Peste suina africana, i nuovi casi che preoccupano. Cosa fare se si trova una carcassa di cinghiale

Un animale morto è stato scoperto da un cacciatore nella provincia di Parma. La conferma dell’Ausl e la raccomandazione: ecco il numero da chiamare per le segnalazioni

Peste suina africana (PSA): primo caso in Emilia Romagna, nella provincia di Parma

Peste suina africana (PSA): primo caso in Emilia Romagna, nella provincia di Parma

Roma, 31 gennaio 2024 - Peste suina africana (PSA): il caso di Parma –confermato il 29 gennaio – aggiorna la statistica e si aggiunge ai 18 nuovi episodi tra i cinghiali, 12 in Liguria e 6 in Piemonte di cui due in provincia di Asti, entrambi a Quaranti. Diventano così 1.253 i casi complessivi dall’inizio dell’emergenza, 669 in Liguria, 583 in Piemonte, uno in Emilia Romagna.

Il caso di Parma, fa sapere l’Ausl in una nota, è stato confermato in un cinghiale selvatico trovato morto da un cacciatore, nel Comune di Tornolo, e segnalato al servizio veterinario.

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Primo caso in Emilia Romagna nel 2024

"Il cinghiale morto – precisa l’azienda sanitaria – è stato trovato nell’ambito di una battuta per la ricerca attiva delle carcasse effettuata da ATC 6 che insieme ad altre ATC sta collaborando con l’Azienda USL di Parma per lo svolgimento di questo importante servizio. Il giorno dopo il ritrovamento, la sezione di Parma dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna ha provveduto all’esame anatomo-patologico della carcassa rilevando le lesioni tipiche della malattia e la sezione di Modena, nella stessa giornata, ha effettuato il test che ha confermato la PSA”.

Che cos’è la peste suina africana

La PSA, ricorda l’Asul, “è una malattia che non colpisce l’uomo ma solo i suini selvatici e domestici, con gravi ripercussioni sulla salute degli animali. In Italia, come in diversi altri Paesi, l’infezione si diffonde principalmente tra i suini selvatici, che mantengono l’infezione nell’ambiente rendendo difficile la sua eradicazione. Il forte rischio di passaggio dagli animali selvatici ai domestici, rappresenta il motivo per cui alla comparsa di casi nei selvatici, scattano misure di limitazione delle movimentazioni di animali e prodotti, con conseguenti possibili ingenti perdite economiche”. Quello di Tornolo è il primo caso confermato in provincia di Parma, dopo quelli registrati in provincia di Piacenza a partire dal mese di novembre e dopo i casi presenti ormai da gennaio 2022 nelle regioni limitrofe ed in altre parti del Paese. 

Cosa fare se si trova una carcassa di cinghiale

Per potere controllare la PSA, ricorda l’azienda sanitaria, “è necessario identificare precocemente tutti i casi, sia all’interno delle zone dove il virus sta circolando, per potere rimuovere le carcasse fonte di virus per gli animali sani, ma soprattutto nelle aree ancora non interessate dai casi, per identificare i territori in cui è necessario applicare tempestivamente le misure di controllo necessarie”. Per questa ragione, si chiarisce, “l’ordinanza 142/2023 del presidente della Giunta regionale prevede che chiunque veda una carcassa di cinghiale, ovunque essa si trovi, sia tenuto ad informare il servizio veterinario dell’Azienda Usl competente per territorio che interverrà prontamente per effettuare il prelievo dei campioni necessari per escludere o confermare l’infezione nella carcassa. Per agevolare questa attività di prevenzione, la Regione ha istituito un numero unico regionale 051.6092124 che inoltra la chiamata alla Azienda Usl competente per il territorio interessata dalla segnalazione”.