"Ditemi a cosa serve il pronto soccorso"

Un pensionato si è recato con la moglie alla porta del presidio per un caso di emergenza. Ha suonato ed è stato rimandato al mittente

Leonardo Spadoni, pensionato, 66enne che si è recato inutilmente al pronto soccorso di Fossombrone

Leonardo Spadoni, pensionato, 66enne che si è recato inutilmente al pronto soccorso di Fossombrone

Fossombrone (Pesaro Urbino), 7 gennaio 2024 – Andare al “pronto soccorso“ ed essere mandati via. È successo a Leonardo Spadoni, 66enne di Fossombrone, e a sua moglie Rita, coetanea. Racconta Spadoni: "Sotto le feste mia moglie si è presa una brutta influenza con febbre alta, tosse e raffreddore. Non era covid, il tampone era negativo. Andiamo dal nostro medico di famiglia: lui le prescrive un antibiotico, tra l’altro un medicinale che aveva preso anche qualche anno prima e che quella volta lì aveva fatto il suo mestiere. Solo che in questa occasione, invece, con tutta probabilità le ha provocato una grossa allergia. Dopo alcune ore è diventata tutta rossa e aveva prurito dappertutto. Non solo: c’erano anche bollicine, respirazione difficile e si stava pure gonfiando. Verso le dieci di sera la porto al pronto soccorso di Fossombrone. Accanto alla porta c’è un cartello su cui c’è scritto che il pronto soccorso (Acap) è chiuso, ma data la situazione io suono lo stesso. Dopo pochi minuti ci apre uno che da come era vestito suppongo fosse un dottore, ma non ne sono certo. Questa persona non ci dà neanche il tempo di esporre il problema e richiudendo la porta ci dice che lì è chiuso, come da cartello, e di provare altrove oppure chiamare il 118. Non so lei, ma a me vengono in mente almeno un paio di domande al riguardo…".

Ovvero?

"Intanto che diavolo ci stava a fare il tipo lì, se poi non poteva fare nulla? È andata bene che per fortuna tutto si è risolto nel migliore dei modi, altrimenti passavano un pessimo quarto d’ora. Tra l’altro il nostro medico di fiducia ci ha poi spiegato che secondo lui erano obbligati a prestarlo, il primo soccorso. E pensare che bastava una semplice puntura con un antinfiammatorio steroideo. A che serve un “pronto soccorso“ che non soccorre?".

C’è da dire che l’episodio sembra confermare in pieno la denuncia che pochi giorni fa è venuta dalla minoranza consiliare di Progetto Comune, che puntava il dito su alcune presunte inefficienze organizzative (per esempio il turno del 118 dalle 14 alle 20 privo del medico lo scorso 4 gennaio) e anche sulla imminente dipartita dalla struttura forsempronese della farmacia ospedaliera. Ma in quel comunicato si parlava anche del funzionamento a scartamento ridotto di alcuni servizi, come la radiologia e il laboratorio analisi.

Il sospetto di Progetto Comune è che si vogliano tenere bassi i numeri (degli accessi) per poi giustificare il depotenziamento ulteriore dell’ex ospedale.

a. bia.