Ora la Vuelle si scopre fragile. Venezia va forte, Pesaro non regge

Schilling e Ford fuori dalla partita, Bamforth va meglio ma non basta. Dopo Brescia, una batosta

Ora la Vuelle si scopre fragile. Venezia va forte, Pesaro non regge

Ora la Vuelle si scopre fragile. Venezia va forte, Pesaro non regge

Carpegna Prosciutto

64

Umana Venezia

76

CARPEGNA PROSCIUTTO : McCallum 15, Bamforth 17, Bluiett 8, Visconti 10, Ford, Maretto ne, Tambone 2, Stazzonelli , Mazzola 1, Schilling, Totè 11. All. Buscaglia.

UMANA VENEZIA: Spissu 2, Tessitori 9, Casarin 7, De Nicolao ne, O’Connell 7, Parks 6, Brooks 7, Simms 13, Iannuzzi ne, Brown 11, Tucker 14. All. Spahija.

Arbitri: Rossi, Grigioni, Capotorto.

Note – Parziali: 19-23, 28-41, 45-60. Tiri liberi: Pesaro 912, Venezia 1115. Tiri da 3 punti: Pesaro 728, Venezia 919. Rimbalzi: Pesaro 36, Venezia 41. Tecnici a Simms e Spissu. Spettatori: 5.049.

E’ un amaro risveglio dopo una settimana passata a parlare dell’occasione sprecata a Brescia, confidando dunque di poter competere con una big, o presunta tale. Venezia dimostra che le squadre che lotteranno per il vertice sono fatte di un’altra pasta: aggressive in difesa, talentuose in attacco, con stazza in tutti i ruoli, esterni compresi. Pesaro paga dazio ovunque, sia sulle guardie che sui lunghi, ma almeno McCallum e Bamforth la propria parte hanno provato a farla, mentre l’accoppiata Ford-Schilling sotto canestro chiude con zero punti in due, oltre ai 3 rimbalzi complessivi. Numeri davvero poveri se legati ai due stranieri che dovrebbero dare sostanza sotto i tabelloni: e se per Schilling è ormai una costante, si spera che Ford sia solo un po’ sballottato dalla nascita del primogenito alla vigilia del match.

L’illusione dura 4’, il tempo che Bamforth, decisamente più brillante rispetto al debutto, si inguai con i falli: due in un amen, il terzo ad inizio secondo quarto. Spahija chiama subito timeout e Simms sveglia i compagni: la Reyer rientra in scia e sorpassa (14-15 al 6’). La schiacciata di Tucker, guardia dall’esplosività spaventosa, in testa a Totè fa capire che aria tira al palazzo e un Tambone stranamente distratto cosegna il contropiede del +4 agli ospiti in chiusura di primo quarto. Ma il peggio deve arrivare: nel 2° la difesa di Venezia alza l’intensità e Pesaro non vede più il canestro. Bluiett si spegne dopo i bengala iniziali, la palla a Totè arriva con fatica; a rompere il ghiaccio è Visconti dalla lunetta, con la Reyer già in vantaggio in doppia cifra (21-31), ma per il primo canestro su azione occorre attendere ben 5’ col rientro di McCallum (24-36). La scintilla però non si accende e i biancorossi tornano mestamente negli spogliatoi dopo aver segnato appena 9 punti nel secondo periodo.

La reazione arriva ad inizio ripresa con un break di 8-0: triplone di Bamforth, gioco da tre punti di Totè, recupero di McCallum. Pesaro è a -5 (36-41) e il palazzo s’infiamma. Ma Simms, incontenibile per i lunghi di casa, rompe la magia e ricaccia la Vuelle a -10. Buscaglia riprova Schilling e Ford al posto di Mazzola e Totè ma ottiene il nulla dai due stranieri, le triple estemporanee di Bamforth non bastano per rimanere in partita mentre Spahija ruota giocatori come se piovesse, senza che il livello cali: Brooks e Casarin escono dalla panchina e tirano col 100%. McCallum è una voce nel deserto, la squadra non gira e all’ultimo intervallino è sotto di 15. Nell’ultimo quarto Visconti limita i danni trovando qualche canestro, ma ormai è già garbage-time. Urge ritrovare fiducia prima di due impegni più abbordabili con Brindisi e Scafati.

Elisabetta Ferri