Orazietti, la fuga è finita in Spagna. Deve scontare oltre 3 anni per spaccio

Catturato dagli agenti spagnoli e dalla squadra mobile di Pesaro: è il pescatore che rimase coinvolto nella tragedia della Siligata, in cui morirono la compagna Silvia e un’altra coppia. Sotto processo anche per quello.

Orazietti, la fuga è finita in Spagna. Deve scontare oltre 3 anni per spaccio

Orazietti, la fuga è finita in Spagna. Deve scontare oltre 3 anni per spaccio

Lo hanno preso in Spagna, a Valencia. Era lì da un anno e sapeva che se fosse tornato in Italia lo avrebbero arrestato alla frontiera perché era latitante dalla fine del 2022. Deve scontare 3 anni e 3 mesi di carcere per spaccio di droga. Ora Marco Orazietti, 36 anni, pesarese, pescatore, spacciatore da lunga data, già coinvolto nel tragico incidente delle Siligate del 9 giugno 2021, unico sopravvissuto, di quattro persone coinvolte, è in procinto di tornare in Italia e di esser portato nel carcere di Villa Fastiggi per scontare la sua pena. Che si basa sullo spaccio di marjiuana e di un grammo di cocaina. La pena è proporzionata alla sua persistenza nel commettere gli stessi reati. Ci ricasca sempre.

Le cronache sono piene delle vicissitudini di Marco Orazietti. Il 9 giugno del 2019 rimase coinvolto in un tragico incidente stradale lungo la statale Adriatica, in località Siligate, anzi verso Colombarone. Morirono tre persone, una di loro era la sua fidanzata. Viaggiavano insieme verso la Romagna ed erano su di giri per alcool e altro. La piccola Mazda era guidata da Silvia Lucarelli di 33 anni, giovane mamma di una bimba, di professione barista. L’incidente avvenne per due ragioni contingenti: l’auto andava a forte velocità, oltre i 130 km/h ed era in procinto di prendere una semicurva ma soprattutto Orazietti, seduto sul lato passeggeri, tirò il freno a mano perché convinto che in questo modo avrebbe rallentato la velocità.

In realtà, la vettura andò in testacoda schiantandosi contro una Fiat Seicento che proveniva in senso opposto con a bordo i coniugi sessantenni Roberto Carosio e la moglie Oriella. Morirono sul colpo Silvia Lucarelli e i due ignari automobilisti. Orazietti sopravvisse miracolosamente e per molto tempo gli inquirenti pensarono che fosse lui alla guida. Poi dalla perizia e dalle immagini di alcune telecamere emerse che Orazietti era il passeggero ma stranamente il freno a mano venne ritrovato sollevato di due tacche. Da qui la convinzione poi confermata che Orazietti alzò il freno a mano. Così finì sotto processo per omicidio colposo. In primo grado, venne condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 220mila euro di risarcimento danni ma in Appello la condanna venne dimezzata (era difeso dall’avvocato Andrea Giorgiani) scendendo ad 1 anno e 8 mesi e ad un risarcimento danni di 110mila euro. Per quel processo, è pendente il ricorso in Cassazione.

ro.da.