Otite trattata con l’omeopatia: "Cure sbagliate, mio nipote morì e il medico potrebbe cavarsela"

Dopo la condanna in primo grado per omicidio colposo, un intoppo avvicina la prescrizione. Il nonno di Francesco: "La pena di mia figlia è già definitiva. Eppure lei non ha colpe"

Francesco Bonifazi e il dottor Massimiliano Mecozzi

Francesco Bonifazi e il dottor Massimiliano Mecozzi

Pesaro, 24 gennaio 2024 – Novembre prossimo. E’ la data in cui il reato di cui è accusato Massimiliano Mecozzi, 62 anni, medico omeopata condannato in primo grado nel 2022 a tre anni per omicidio colposo, potrebbe andare in prescrizione. Il medico era colpevole per aver curato il piccolo Francesco Bonifazi, 7 anni di Cagli, solo con rimedi omeopatici, permettendo così che l’otite di cui il bimbo soffriva degenerasse in encefalite, uccidendolo il 27 maggio 2017. Per quella morte, vennero condannati a 3 mesi, sempre per omicidio colposo, anche i genitori di Francesco, colpevoli di "imprudenza e negligenza”.

Il calcolo che hanno fatto gli avvocati della famiglia porta la mannaia della prescrizione appunto a fine novembre 2024: 7 anni e mezzo, dai fatti. Ma l’altro ieri, in Corte D’Appello, è emerso che due dei giudici che componevano la Corte sono incompatibili in quanto sono gli stessi che avevano giudicato i genitori di Francesco.  "La sentenza che doveva esserci è stata dunque rimandata – dice Federica Mancinelli, che rappresenta il nonno di Francesco, Maurizio Olivieri –. Il processo si sta allungando. Prossima udienza a febbraio”. Poi ad aprile, quando potrebbe esserci la sentenza. “Speriamo che i tempi siano rispettati – conclude Mancinelli – c’è urgenza. E anche con la sentenza di 2° grado, l’imputato avrà la possibilità di ricorrere in Cassazione”.

L’intervista

 "Ieri in Corte d’Appello ad Ancona ho vissuto una giornata di profonda amarezza", dice Maurizio Olivieri. E’ il nonno materno del piccolo Francesco Bonifazi, morto a 7 anni. Abita a Cagli, dove abitava anche il nipotino. E’ l’uomo che ha seguito dall’inizio, per ogni udienza, il processo in cui era imputato il medico omeopata Massimiliano Mecozzi.

In cosa consisteva la sua amarezza, signor Bonifazi?

"Arrivare in aula ed accorgersi all’improvviso che l’avvocato che difende Mecozzi, bravo eh, gli faccio i miei complimenti, trova che due giudici della Corte sono incompatibili perché avevano già giudicato mia figlia e suo marito (condannandoli alla pena di tre mesi, pena sospesa, in primo grado, rito abbreviato, confermata in Appello, sempre per omicidio colposo, ndr)".

Che impressione le ha fatto tutto ciò?

"Una cosa grottesca, surreale, beffarda. Ora con questo fatto si deve aspettare che la Corte si riunisca di nuovo, e con una nuova composizione, per la sentenza quindi dobbiamo andare ancora più in là".

Che ipotesi sta facendo, nella sua testa, come finirà questa storia?

"Il rischio è che anche se viene confermata la condanna a Mecozzi di primo grado, non ci sarà il tempo, se lui farà ricorso in Cassazione, per il terzo grado. Capisco che se la conferma della pena in Appello ci sarà, moralmente parlando lui è colpevole. Non ho mai avuto dubbi su questo, sul fatto che siamo davanti a un piccolo uomo e un pessimo medico".

Resta il pericolo della prescrizione...

"E questo gli estinguerebbe il reato. Quindi siamo davanti al fatto che mia figlia è stata condannata per imprudenza e negligenza, ha scelto l’abbreviato ed è già arrivata all’ultimo grado di giudizio, e la condanna è quindi confermata. Sono stati imprudenti, nel curare il loro bambino, ha detto il giudice che li accusava. Ma loro hanno avuto la sola colpa di continuato ad ascoltare il medico a cui avevano dato sempre fiducia".

E Mecozzi?

"Aveva colpe più gravi, ma potrebbe venirne fuori pulito. Ecco perché ho dentro di me questa amarezza".

Come ha vissuto questi sette anni, è un periodo lungo, ancora non finito...

"Sono sempre stato presente ai processi, Mecozzi invece non l’ho mai visto, ha portato sempre i certificati medici. Ho vissuto tutta la vicenda, sono state tante le giornate perse, ma io ora voglio fare il nonno, mia figlia ha altri due figli, in tutto ho 4 nipoti, ho bisogno di seguirli. E voglio continuare a sostenere mia figlia. Voglio dire che in Italia bisogna smetterla coi processi farsa, la giustizia deve avere tempi più brevi".

Sta dicendo che vorrebbe chiudere, almeno dal punto di vista processuale, con questa storia. Insomma, è stanco.

"Ecco sì, e se scattasse la prescrizione, Mecozzi sarebbe uno che non ha condanne per quello che ha fatto, e potrebbe continuare la sua attività, perché verrebbe meno anche il divieto di svolgere la professione medica per 5 anni, come aveva stabilito la sentenza di primo grado. Per me sarebbe moralmente insopportabile".

Sua figlia Maristella come sta, cosa dice?

"Ha reagito, deve prendersi cura degli altri due suoi figli, ma le capitano giornate in cui le cala addosso una tristezza infinita. E poi a volte mi dice delle parole che sono davvero difficili da sopportare".

Quali?

"Comunque vada, a me Francesco non me lo ridà nessuno".