Tari, a Pesaro la tariffa più alta delle Marche

Le cifre emergono da uno studio Uil: negli ultimi 5 anni aumento del 13%, Ascoli la piazza più economica: -5,7% L’attacco del Centrodestra: "La differenza la paghi Marche Multiservizi con gli utili record, e non i cittadini"

La raccolta differenziata dei rifiuti, che in centro da poco si svolge col "lumacone"

La raccolta differenziata dei rifiuti, che in centro da poco si svolge col "lumacone"

Pesaro, 26 maggio 2023 – Quel record che nelle Marche nessuno ci invidia: Pesaro è il comune con la Tari, la tassa sui rifiuti che per i privati si basa sulla superficie della abitazione in cui si abita, più alta rispetto agli altri 4 capoluoghi di provincia. Emerge da uno studio della Uil, che innesca immediatamente gli strali del centrodestra contro la giunta Ricci: "L’aumento previsto per il 2023 – dicono in una nota Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Prima c’è Pesaro e Gruppo Misto – lo paghi Marche Multiservizi con gli utili record e non i cittadini o il Comune di Pesaro. Utilizzare i dividendi comunali per pagare il bonus Tari alle famiglie è un controsenso che favorisce solo il socio privato. Piuttosto bisogna fare investimenti ed abbassare le tariffe per tutti".

Ecco le cifre, tratte dal report dell’Ufficio studi della Uil che ha esaminato le variazioni della Tari sui comuni capoluogo di provincia che hanno registrato negli ultimi 5 anni aumenti medi del 7,7%, con punte del 69%.

Lo studio ha preso in esame le utenze domestiche di una famiglia di 4 persone con un Isee di 25mila euro che vive in un appartamento di 80 metri quadrati. A Pesaro questo nucleo famigliare pagherebbe (nel 2022) 329,46 euro, cifra aumentata di quasi il 13% nell’ultimo quinquennio. Non stanno meglio gli anconetani: 320,95 euro di tassa, l’11,2% rispetto al 2018. La piazza più economica? Ad Ascoli nel quinquennio preso in esame la tassa è addirittura diminuita del 5,7%. Gli ascolani per il 2022 hanno pagato 180,60 euro, terza città più economica d’Italia dietro Belluno e Novara e davanti alla vicina Macerata (182,28 euro) mentre Fermo registra uno degli aumenti più consistenti della tassa, arrivata quasi a 300 euro dal 2021 al 2022 (+57%).

Comprendiamo l’esigenza di ristorare le famiglie a minor reddito – scrive il Centrodestra – ma così si alimenta una spirale in cui il privato continua a guadagnare e i pesaresi pagano. E si è arrivati al paradosso. La tariffa dei rifiuti più salata della Marche concorre a formare utili record per Marche Multiservizi pari a 15,3 M/€ che producono più di 2 milioni di euro di dividendi a disposizione del Comune, ma il Comune è costretto a restituirne una parte sotto forma di bonus a pioggia e di esenzioni Tari per calmierare la tariffa troppo alta. L’aumento in bolletta previsto per il 2023 di 3,7% per le utenze domestiche e di 6,2% per le utenze non domestiche, porteranno ad un aumento che arriverà anche a 40 euro e oltre su una tariffa già molto alta in partenza. Il Comune di Pesaro paga anni di mancanza di strategia, di ridotti investimenti e di scelte che avrebbero ammortizzato e ridotto l’impatto della Tariffa come dimostrano le cifre che si pagano in comuni omogenei a Pesaro".

Invece di pensare ad aumentare i compensi di oltre il 60% del Cda di Marche Multiservizi – conclude l’opposizione – gli amministratori della società nominati dal Comune di Pesaro mettano in piedi strategie per abbassare le tariffe aumentando la raccolta differenziata, visto che in altri comuni questa cosa è già realtà".