ELISABETTA FERRI
Sport

Vuelle, ora avanti così. Coach Leka spinge i suoi: “Ci serve più continuità”

“Non avrò pace finché non saremo sempre così intensi, a partire da domenica”. “Ahmad? Ci ho parlato tanto, credo abbia capito come gli conviene giocare”

La squadra festeggia a fine partita: al centro coach Spiro Leka sfoga la sua gioia in mezzo ai giocatori

La squadra festeggia a fine partita: al centro coach Spiro Leka sfoga la sua gioia in mezzo ai giocatori

Pesaro, 4 dicembre 2024 – “Abbiamo fatto una grande partita contro una squadra blasonata, ma fino a che non metteremo continuità nelle nostre prestazioni non avrò pace. Torino gioca tutta un’altra pallacanestro e vi dico già che sarà una partita insidiosa”. Così Spiro Leka ha ricominciato la settimana. Con la carica di chi adesso non vuole che i suoi si fermino a rimirarsi nello specchio per dirsi quanto siamo stati belli, ma anzi accende tutti gli allarmi in vista di una sfida che, essendo meno ricca di fascino rispetto a quella con Cantù - che per una sera ci ha fatto risentire ancora il sapore della serie A - può rappresentare un rischio per una squadra che ha sempre bisogno di essere pungolata per tirare fuori il massimo.

“Domenica ho visto finalmente tutti con la faccia giusta, tutti battaglieri in difesa e sulle palle vaganti, con nessuna intenzione di farsi mettere sotto a rimbalzo: è così che dovremmo essere tutte le volte. Dicembre sarà un mese importantissimo per noi”, sottolinea il coach.

E questo lo sanno tutti, a partire dai tifosi che sono i primi a fare ‘tabelle’ e immaginarsi magari di arrivare alla sfida delle sfide, contro la Fortitudo, con il morale alto: "Con il nostro pubblico è successo quello che dicevo: se mettiamo pressione sugli avversari e giochiamo aggressivi i tifosi se la godono e vengono immediatamente dalla tua parte anche se finora non erano contenti dell’atteggiamento. Il modo in cui stai in campo cambia tutto per l’ambiente”.

Ed è cambiata anche la mentalità di Ahmad: “Parlo con lui insistentemente da 3-4 settimane, cercando di fargli capire come è conveniente giocare in Europa, per lui e per noi, così da accrescere il suo valore e migliorare i nostri risultati. Secondo me - conclude Spiro - già da Brindisi aveva recepito il messaggio ma siccome non siamo tornati a casa coi due punti non si è apprezzato il suo sforzo, ma io l’ho visto che aveva cominciato a giocare anche per i compagni e cercare le soluzioni più efficace. Forse ho toccato le corde giuste, ma ci è arrivato da solo a capire che non deve intestardirsi sul tiro da tre, perché quando prende il volo in entrata non lo tiene nessuno”. Si è rivisto anche un ottimo Maretto: davanti ai genitori, arrivati dall’Argentina, Oki ha ritrovato la faccia tosta che sembrava aver smarrito: “Io ho esordito in serie A a 17 anni quindi so benissimo che dopo l’iniziale entusiasmo è necessario un periodo di assestamento. Inoltre la situazione della squadra finora non l’aveva aiutato: sono i veterani che devono costruire un ambiente sereno per un ragazzo e non certo il contrario”.