A Faenza un’ong da Nobel

Domani un incontro con l’associazione russa Memorial, chiusa dalle autorità

A Faenza un’ong da Nobel

A Faenza un’ong da Nobel

È l’organizzazione che ha dato voce alle vittime delle atrocità compiute in Unione Sovietica in particolar modo durante l’era staliniana, diventata nota in tutto il mondo nel 2022 per aver vinto il premio Nobel per la Pace e poi per essere stata chiusa, pochi mesi dopo, su ordine delle autorità russe. L’ong Memorial sarà ospite domani mattina alle 10, nella sala dell’Arengo del Palazzo del Podestà di Faenza, per il primo appuntamento del ciclo ‘Uomini nonostante tutto’, promosso dal Centro di Solidarietà di Faenza. A rappresentare Memorial sarà la sua direttrice e cofondatrice Elena Zhemkova, che racconterà della difficile attività di documentazione svolta negli ultimi tre decenni dall’ong, nata nel 1989, a cui negli anni si avvicinò anche il noto dissidente Andrej Sacharov. La sua attività fu da sempre rivolta alla documentazione dei crimini commessi nei gulag e nel corso delle deportazioni di massa in particolare durante l’epoca staliniana, tra gli anni ‘30 e gli anni ‘50. Un impegno che fra gli altri è servito a fare luce su vari aspetti delle violazioni dei diritti in Unione Sovietica: per molti decenni fuori dalla Russia non fu del tutto chiara la natura apocalittica che avevano assunto le deportazioni in Asia centrale dei ceceni, degli ingusci e dei tatari di Crimea, attuate nel 1944. Azioni che di recente sono state riconosciute quali genocidi: il Parlamento europeo si è espresso in questo senso nel 2004 con riferimento alla deportazione dei ceceni, e lo stesso ha fatto quello canadese nel 2019 a proposito della pulizia etnica dei tatari della Crimea.

Memorial negli anni più recenti ha concentrato la sua attenzione anche sulle violazioni dei diritti umani perpetrati nella Russia contemporanea – attraverso la sua branca denominata Memorial International – quali ad esempio quelle compiute nel corso della guerra civile che nel Caucaso ha opposto le truppe della Federazione a quelle dei separatisti, fra gli anni Novanta e il nuovo millennio. Anche per questo fu insignita nel 2022 del Nobel per la Pace, insieme al dissidente bielorusso Ales’ Bjaljacki e al Centro per le libertà civili che ha sede in Ucraina. Un riconoscimento internazionale che è probabilmente fra i veri motivi per cui l’ong è stata chiusa dalle autorità russe nel dicembre del 2022, con il pretesto di vedere in lei un ‘agente straniero’, in quanto cofinanziata anche con donazioni estere. Un destino analogo si è abbattuto qualche giorno fa sul Gruppo Helsinki, altra nota ong con sede a Mosca impegnata per i diritti umani. Con Elena Zhemkova dialogherà Adriano Dell’Asta, vicepresidente della Fondazione Russia Cristiana e docente di Lingua e letteratura russa all’Università Cattolica di Brescia e di Milano. L’incontro verrà introdotto dal sindaco Massimo Isola e del vescovo di Faenza Mario Toso; moderatore il giornalista Elio Pezzi.

Filippo Donati