A scuola di empatia: mettersi nei panni degli altri

I ragazzi della 2^ A della scuola media ‘Sacro Cuore’ di Lugo si sono messi alla prova con il gioco di società ‘Sei d’accordo’

A scuola di empatia: mettersi nei panni degli altri

A scuola di empatia: mettersi nei panni degli altri

In queste settimane la nostra classe seconda si è messa alla prova con il nuovo gioco di società ‘Sei d’accordo?’, prodotto da Erikson in collaborazione con la psicoterapeuta Stefania Andreoli. L’obiettivo consiste nel per provare a immedesimarsi nei panni delle persone che ci circondano.

La professoressa Gaia Toccaceli, in un normale venerdì scolastico, ci ha presentato questo gioco che è stato utile anche per risolvere questioni riguardanti la classe. Il gioco consiste nel dividersi in squadre e ciascuna di esse, a rotazione, svolge il ruolo di narratore. La squadra in questione deve pescare una carta in cui viene narrata una situazione di vita quotidiana, che potrebbe succedere a chiunque di noi. Dopodiché, la stessa squadra deve scegliere un personaggio da interpretare tra quelli proposti dal gioco, dichiarando se quel personaggio sarebbe d’accordo o meno con quanto narrato nella carta. Tenendo segreta la propria identità, la squadra narratrice formula un indizio per aiutare gli altri ad indovinare il personaggio. Successivamente, a turno, le altre squadre possono fare una domanda per indovinare il personaggio scelto. Vince la squadra che riesce ad indovinare il personaggio segreto.

Al termine di questo gioco, ci siamo riuniti in una tavola rotonda creata con i banchi, per confrontarci sulle considerazioni e sulle emozioni che il gioco aveva suscitato in noi. Alcuni compagni hanno fatto fatica a giocare, mentre altri non hanno avuto particolari difficoltà. Infatti la maggior parte dei compagni ha trovato il gioco molto utile e interessante, perchè si è trattata di un’ottima occasione per immedesimarsi nei panni degli altri. Insieme ci siamo resi conto che siamo poco abituati a pensare che cosa potrebbe provare una persona diversa da noi in una comune situazione. Nella vita di tutti i giorni è più facile reagire in modo istintivo e dare ascolto solo ai nostri sentimenti, ma questo gioco ci ha permesso di lavorare sui rapporti che abbiamo con i nostri compagni, gli insegnanti e i genitori. È stato faticoso ma stimolante provare a ragionare su quali emozioni e quali pensieri potrebbero sorgere nelle persone che ci circondano. Non solo ci è stato possibile allenarci sulle nostre capacità empatiche, ma il gioco è stata anche l’occasione giusta per far emergere in modo implicito alcune dinamiche avvenute qualche settimana prima all’interno della classe. In queste situazioni, pochi di noi avevano provato a mettersi nei panni dei compagni coinvolti per cercare di capire il motivo di certi comportamenti. Parlandone insieme, ci siamo accorgerti che gli altri vivono situazioni familiari diverse dalle nostre, che possono pensare diversamente da noi e quindi che possono reagire alle situazioni in modi a volte incomprensibili. Giudicarli senza provare a capirli non può essere sufficiente. In questo modo alcuni di noi si sono anche accorti di non aver partecipato all’attività in modo attivo e partecipativo. Al contrario la loro distrazione aveva provocato delle difficoltà al gruppo di cui facevano parte. L’esame di coscienza che ne è emerso e il confronto tra noi sono stati essenziali per parlarci in modo sincero cercando di sciogliere alcuni nodi che si erano creati, portandoci così ad un nuovo punto di partenza.

Classe 2^ A

Scuola media ‘Sacro Cuore’

di Lugo

Professoressa Gaia Toccaceli