Addio a ’Sasco’, enologo e fotografo amatore

Alessandro Zanzi, 88 anni, è morto nell’incidente sulla Ravegnana venerdì. Aveva tante passioni: "Si cimentava con l’intelligenza artificiale"

Addio a ’Sasco’, enologo e fotografo amatore

Addio a ’Sasco’, enologo e fotografo amatore

Si chiamava Alessandro Zanzi, ma tutti lo conoscevano come ‘Sasco’, soprannome con il quale aveva messo la firma su tanti progetti che nel corso degli anni hanno raccontato Faenza. È lui l’uomo di 88 anni in bicicletta morto nella prima serata di venerdì, travolto da un’auto in via Ravegnana, a pochi passi dalla sua abitazione. Lo chiamavano ‘Sasco’ perchè "in jugoslavo significa Alessandro" riferiscono i parenti, e come i suoi fratelli con i quali aveva dato avvio all’azienda di famiglia, le ex cantine Zanzi, era nato a Villa del Nevoso quando il territorio della provincia di Fiume faceva ancora parte del Regno d’Italia. Giovanissimo si era laureato in chimica e per tutta la vita professionale si è occupato di enologia. "Seguiva il laboratorio, si è occupato di analisi e di chimica alimentare" prima ancora che fosse istituito il corso di laurea in enologia e viticoltura, tanto esperto da essere insignito, anni dopo, anche della laurea ‘honoris causa’ in enologia. Era ancora socio dell’azienda di famiglia, nonostante fosse in pensione da diverso tempo e la produzione fosse cessata.

Il lavoro però non fu l’unica dedizione di Zanzi. A lungo infatti coltivò le sue passioni con eccellenti risultati: "Era un grande appassionato di fotografia, e aveva molte competenze – spiega il nipote –. Noi abbiamo tanti filmini familiari proprio per questo motivo. Era il suo hobby, al quale dedicò molto tempo". Nel 1966 Zanzi fu socio fondatore di uno dei più importanti circoli fotografici in città: lo storico Foto Cine Club Faenza. La passione lo portò inoltre a frequentare prestigiosi corsi di fotografia, e a specializzarsi. Tanto da essere impegnato anche come docente a contratto all’Isia, oltre a tenere corsi di fotografia digitale. "Aveva una certa notorietà e gli piaceva molto la materia – proseguono i parenti –. Quando si tenne la visita di Papa Giovanni Paolo II a Faenza, lui era sulla jeep dei fotografi ufficiali e partecipò in prima persona".

Sempre in ambito cattolico "collaborò anche con don Ugo Piazza fornendo le foto per le pubblicazioni dei bollettini parrocchiali", e insieme alla moglie Gipi Borghesi collaborò alla redazione di ‘Voci’ del monastero di Santa Chiara. Non le uniche, visto che Zanzi pubblicò anche due libri editi dalla Tipografia Faentina Editrice. Una, ‘Faenza da Scoprire’ cofirmata con Veniero Casadio Strozzi, l’altra invece monografica intitolata ‘Faenza, l’Osservanza’ e dedicata ai capolavori presenti nel complesso cimiteriale. Inoltre, sempre in ambito fotografico, "qualche decina di anni fa alla 100 Km del Passatore oltre a fotografare gli atleti si occupò anche di coordinare i fotografi e nelle notti durante la corsa sviluppavano le immagini nelle camere oscure per renderle immediatamente disponibili". Negli anni ’70 fu tra i sottoscrittori di Rtv Faenza, apprezzato progetto radio televisivo che si sviluppò fino agli albori degli anni ’80. Ha scritto infine vari articoli su note riviste fotografiche nazionali di settore e ultimamente "era appassionato di grafica ed elaborazione di immagini. A livello hobbistico applicava le tecniche dell’intelligenza artificiale". Amava anche la bicicletta, mezzo che "lo faceva sentire libero" e con cui usciva almeno due volte al giorno. L’ultima, purtroppo gli è stata fatale.

Damiano Ventura