
Gli alunni della 5^ A della scuola primaria ‘Pascoli’ di Sant’Alberto hanno incontrato. Alfredo Tassoni, che ha creato un club alla memoria del grande allenatore di calcio .
Quest’anno, in occasione della Giornata della memoria, la nostra classe ha ricordato un personaggio troppo spesso dimenticato. Infatti, intervistando amici e parenti, abbiamo fatto a tutti la stessa domanda: ”Conosci Arpad Weisz?” Ahimè. la risposta è stata sempre la stessa: No! Eppure Arpad Weisz è stato un grande allenatore di calcio negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso. Per la precisione ha vinto uno scudetto con l’Ambrosiana (l’attuale Inter) nel 1929/30 e due col Bologna tra il 1935 e il 1937. Detiene ancora il record del più giovane allenatore straniero a vincere più scudetti e fece esordire in serie A un certo Beppe Meazza, a cui è dedicato lo stadio San Siro di Milano. Tuttavia per più di 70 anni Arpad è sparito, inghiottito da quella nube tossica chiamata “odio razziale”. Sì, perché Arpad Weisz era ebreo e, dopo i trionfi e gli allori, finì la sua vita in una giornata di gennaio del 1944 nel campo di sterminio di Auschwitz. Questa storia venuta alla luce grazie alla tenacia del giornalista Matteo Marani, che ha ricercato e raccontato la sua biografia in un libro e alla perseveranza di Alfredo Tassoni, che ha creato un club alla sua memoria, è giunta fino a noi.
Il 27 gennaio davanti la sua abitazione sono state poste quattro pietre d’inciampo. Arpad, infatti, fu deportato insieme alla moglie Ilona e ai figli Robert e Klara. Cosa ci ha colpito di più? Tanti di noi giocano a calcio e ammirano allenatori come Ancelotti, Inzaghi, Italiano o Thiago Motta e sarebbe impensabile che oggi questi personaggi, visti come divinità nella nostra società, sparissero nell’indifferenza generale. Quello che ci ha insegnato Alfredo, raccontandoci la storia di Arpad ci ha lasciato una cicatrice nel cuore, non solo per la sorte toccata alla famiglia Weisz, ma soprattutto per il disinteresse che il popolo italiano ha mostrato nei confronti degli ebrei. Abbiamo capito che la Shoah non ha riguardato solo gente comune, ma anche personaggi che si erano distinti nello sport e nella cultura. Grazie a questo progetto il Bologna F.C ci ha invitati a visitare la curva San Luca allo stadio Dall’Ara, che è dedicata allo sfortunato allenatore ungherese. Non vediamo l’ora di andare così, con l’occasione, potremmo soffermarci anche davanti alle pietre d’inciampo della famiglia Weisz, pregare per loro e chiedere scusa per quella parte buia della nostra storia contemporanea chiamata “leggi razziali”.