Assalto al portavalori In tre provano il colpo Il vigilante: "Erano in auto e indossavano mascherine"

L’uomo si è accorto subito delle loro intenzioni: prima ha intimato l’alt e poi pistola in pugno li ha inseguiti fino alla fuga su una berlina .

Assalto al portavalori  In tre provano il colpo  Il vigilante: "Erano in auto  e indossavano mascherine"

Assalto al portavalori In tre provano il colpo Il vigilante: "Erano in auto e indossavano mascherine"

I clienti affaccendati con i carrelli e le sportine della spesa. Il parcheggio quasi pieno e qualcuno seduto ai tavolini di un bar a bere il caffè e a sfogliare il giornale. Ieri mattina davanti al centro commerciale Gallery di viale Gramsci, sembrava un lunedì mattina come tanti altri. E invece in un momento la fotografia della quiete ha assunto i contorni della cronaca. "E pensare che sono appena tornato dalle ferie", ha commentato a caldo Davide Marsella, 48enne guardia giurata da tempo residente a Cesena e di origine calabrese. E’ grazie a lui che tre malviventi parzialmente coperti in volto, non sono riusciti a mettere le mani sul malloppo: ovvero sui sacchi sistemati dentro a un furgoncino della Battistolli in sosta. Non esattamente un portavalori diciamo ’classico’: si tratta di un mezzo che viene usato per trasferimenti di danaro di importo minore.

"Saranno state le 9.50 e loro erano in tre", ha raccontato il 48enne con il fiato ancora rotto dall’azione: tutti indossavano mascherine covid". Se fossimo stati mesi addietro, nessuno ci avrebbe fatto caso: ma ora quello è risultato essere un particolare decisamente sospetto. "Ho intuito subito che poteva essere l’inizio di qualcosa. Li ho visti dentro a una berlina ferma dietro a un cartellone stradale, quello lì", ha indicato alzando il braccio verso l’altra parte della strada. "La targa non so dire perché ero lontano... Su due piedi ho finto di entrare nel supermercato ma sono uscito quasi subito".

E’ stato quello, non a caso, il momento in cui due dei malviventi sono scesi dall’auto e si sono diretti verso il furgoncino con intenzioni chiare. "Con forza hanno tirato la maniglia: mi sono avvicinato e, pistola in pugno, ho intimato loro di fermarsi". I due hanno capito subito che non era aria e, senza provare reazione alcuna, "facendo finta di niente si sono allontanati: prima a passo veloce e poi correndo verso la vettura nella quale c’era il complice che li aspettava. Io li ho rincorsi fino al vicolo laggiù. Sente? Ho ancora il fiatone... Sa, sono tornato stamattina dalla ferie in Calabria, non sono allenato. E poi con giubbotto antiproiettile e robe varie addosso...".

E per fortuna che quel giubbotto non ha dovuto fare il suo: "Sì, certo: ho avuto paura che fossero armati, ma questo è il mio lavoro". Al momento sembra che i tre non avessero alcuna arma (o comunque non l’abbiano mostrata). Il fatto che non abbiano detto nulla e che non abbiano reagito all’azione della guardia giurata, spinge verso l’ipotesi di tentato furto aggravato. Spetterà naturalmente al pm di turno Angela Scorza rubricare l’accaduto, come si dice in gergo, sulla base degli elementi raccolti dai carabinieri giunti subito sul posto.

Gli inquirenti hanno già acquisito le immagini del circuito di videosorveglianza: magari da quelle emergerà qualche particolare sulla faccia dei tre rimasto fuori dalle mascherine. "Per me è gente da piccoli importi facili, quello ho pensato". Mica come quelli del fallito assalto con kalasnikov al portavalori con 300 mila euro a Ranchio di Sarsina: "Si ricorda? Era il 2007 e partecipai al conflitto a fuoco".

Andrea Colombari