"Assolto, ma costretto a pagare le spese"

Nicola Fronte ha avviato una raccolta fondi dopo il processo in cui era accusato di omicidio colposo per un incidente sul lavoro

"Assolto, ma costretto a pagare le spese"

"Assolto, ma costretto a pagare le spese"

L’odissea giudiziaria di cui è stato vittima ha ora costretto Nicola Fronte a dare vita a una raccolta fondi per il pagamento delle spese legali e di quelle del perito di parte. La sua innocenza, conclamata al punto dal convincere la stessa Procura a chiedere per lui l’assoluzione con formula piena in quanto il fatto non sussisteva, non è però bastata a evitare che la sua vita fosse sul punto di fare naufragio. I fatti risalgono al 2020, quando all’Unigrà di Conselice perse la vita in un incidente sul lavoro l’operaio Emiliano Orlandi, introdottosi all’interno di un macchinario che si era bloccato: sfortuna volle che l’ingranaggio ripartisse improvvisamente proprio in quel momento, schiacciando Orlandi inesorabilmente. Per Nicola Fronte, che era con lui in quel momento, al dolore per la morte di un collega si sommò l’onta dell’accusa di omidicio colposo. Fronte, oggi 38enne e residente a Faenza, che di Orlandi era non solo un collega ma un sincero amico, dovette combattere anche con tutte le conseguenze extragiudiziarie che l’accusa comporta. A partire da quelle finanziarie – "avevo a esempio un finanziamento aperto per il quale non riuscii più a pagare le rate" – per arrivare a quelle umane e sociali. "Gli sguardi della gente erano lame affilate". Senza contare le ferite inferte su quella che allora era una famiglia in procinto di cominciare il suo percorso di vita assieme: "Io e mia moglie ci saremmo sposati di lì a poco tempo, purtroppo in un clima che si può facilmente immaginare viste le accuse a mio carico. Ora il peggio per noi è passato, ma ancora oggi quando lei mi scrive un messaggio mentre sono al lavoro e non mi vede rispondere in tempi brevi non fa che preoccuparsi. È portata a temere il peggio".

Il processo è terminato con un’assoluzione ma la trappola, una volta scattata, difficilmente lascia poi andare facilmente la sua preda. "Potrei chiedere allo Stato il risarcimento delle spese processuali, ma è un procedimento lungo, di non certa soluzione, e che a sua volta comporta ulteriori spese processuali – spiega Nicola Fronte, difeso dall’avvocato Francesco Barone –. Stiamo valutando passi in questo senso, ma non è una decisione facile da prendere. Vorrei solo che questo capitolo della mia vita si chiudesse una volta per tutte". Nel frattempo Nicola Fronte, che oggi all’impiego in un’altra fabbrica somma qualche lavoro extra, deve ancora convivere con la spada di Damocle dei circa 20mila euro di spese legali e spese per il perito di parte che dovette sobbarcarsi per un processo che era stato avviato dalla Procura. "Ho avviato una raccolta fondi su GoFundMe. Negli anni ho subito altre batoste, come l’alluvione che si è portata via due auto di famiglia, ma l’aiuto che chiedo è rivolto esclusivamente alle spese legali. Oltretutto, fino a che non avrò la fattura con il loro saldo, non potrò muovere il ricorso per chiedere un risarcimento". Filippo Donati