Balneari, i canoni bassi: "Possono essere rivisti. Ma dando certezze agli operatori"

Rustignoli (coop Spiagge): "Li si può aumentare tenendo conto dei territori". Quest’anno caleranno per una norma che nel 2023 li aveva fatti crescere.

"Certo che i canoni possono, e anzi devono, essere rivisti, così come devono essere fatte le gare per le concessioni, ma all’interno di un percorso riformatore della gestione del demanio marittimo che dia certezze agli operatori balneari". Maurizio Rustignoli (foto), presidente della cooperativa spiagge Ravenna, lo ammette: i canoni sono bassi e, per la gran parte, possono essere aumentati ma tenendo conto delle realtà delle varie zone in Italia: "Uno stabilimento balneare a Casal Borsetti non può pagare con gli stessi criteri con i quali si paga a Forte dei Marmi". Attualmente le 170 concessioni demaniali nel comune di Ravenna pagano, ogni anno a metà settembre, da 6mila a 15mila euro, il tutto parametrato alla dimensione della concessione stessa. A queste somme vanno aggiunti altri 3.500 euro se il gestore decide di chiedere un’area aggiuntiva, piccola o grande che sia la cifra è fissa, o per aumentare lo spazio dei campi da gioco o il parcheggio retrostante. Ma siccome le imprese balneari sono 205 ve ne sono circa 35 che non pagano alcun canone: e questo per la semplice ragione che i bagni utilizzano aree private, cioè acquistate nei tempi passati. "Poi – spiega Rustignoli – il mare è avanzato e quei terreni, un tempo lontani dalla spiaggia, sono diventati spiaggia ma restano privati. Una situazione nella quale non si applica la direttiva Bolkestein e quindi non vi possono essere gare a evidenza pubblica, e che è diffusa a Lido Adriano, Lido di Dante e Lido di Savio e ancor più nel comacchiese ma anche a Viserbella. In ogni caso i primi 5 metri di arenile, la cosiddetta battigia, sono sempre riservati al transito pubblico e non possono essere privatizzati".

E, a proposito di Bolkestein, il percorso di rivalutazione dei canoni va inserito in una traiettoria riformatrice che metta a gara le connessioni stesse ma tenendo conto degli investimenti effettuati dagli operatori, "è arrivato il momento di interventi organici anche perché procedendo a strappi prima sui canoni ad esempio poi sulle gare, si finisce solo per aumentare la conflittualità e portare le questioni davanti ai giudici". I canoni pagati – che si applicano anche alle realtà commerciali lungo il canale Candiano come bar e ristoranti a Marina di Ravenna ma anche ai campeggi : possono essere aumentati, ammette Rustignoli anche se quest’anno diminuiranno del 4,5%, sempre per effetto di una norma nazionale che per il 2023 li aveva aumentati del 25% utilizzando parametri legati all’andamento dei prezzi all’ingrosso e al dettaglio.

"Del resto se pago un affitto basso – spiega Rustignoli – non vado io dal proprietario di casa a chiedere di aumentarmi il canone. Quello che lo Stato ci chiede noi paghiamo. Ma l’aumento deve essere la conseguenza di un piano di valutazione locale che tenga conto del reale valore espresso dai territori. Quindi no ad aumenti generalizzati uguali per tutti ma scalati in base, appunto, al valore che dalla concessione si può ricavare". Attualmente la tariffa base prevede un canone di 5 euro al metro quadrato per le aree coperte e di 2 euro al metro quadrato per quelle scoperte alle quali si aggiunge l’eventuale quota integrativa per l’allargamento (ad esempio per uso parcheggio o sportivo) di 3.500 euro a cui vanno aggiunte le spese per il servizio di salvataggio che si aggirano intorno agli 8mila euro a concessione, un prezzo che si forma con una quota base incrementata in relazione al fronte spiaggia di ciascun bagno. "A Ravenna riusciamo a contenere i costi grazie al fatto che la cooperativa spiagge Ravenna ha convezioni in acquisto che le consentono di risparmiare sulla forniture riversando il risparmio sul servizio di salvataggio. A Cervia e Cesenatico, ad esempio, i costi di salvataggio sono nettamente maggiori", spiega Rustignoli.

Giorgio Costa