’Banda dei bulli’, altri interrogatori dal gip

Alcuni indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, altri hanno negato di avere partecipato a qualsivoglia pestaggio

’Banda dei bulli’, altri interrogatori dal gip

’Banda dei bulli’, altri interrogatori dal gip

Proseguono gli interrogatori di garanzia per i dieci giovani faentini raggiunti da misure cautelari tra arresti domiciliari e obblighi di dimora perché, secondo le indagini della polizia, avrebbero partecipato in due occasioni al pestaggio di due 21enni: il primo, il più brutale, il 22 ottobre scorso, fuori dalla discoteca ’Gate’; e il secondo il 10 dicembre nel pub ’Piccadilly’. Ieri è stata la volta di altri tre indagati (difesi dagli avvocati Nicola Laghi, Valentina La Cara e Piero Santantonio): i giovani, davanti al gip Andrea Galanti, in buona sostanza o si sono avvalsi della facoltà di non rispondere oppure hanno negato di avere partecipato al pestaggio per il quale erano stati inquadrati dalle verifiche del locale Commissariato.

In totale gli indagati sono 12 (perlopiù tra i 20 e i 26 anni, oltre a due minorenni, anche se testimonianze hanno riferito di una 20ina di persone), tutti italiani o extracomunitari di seconda generazione: 2 sono ai domiciliari e 8 hanno l’obbligo di dimora con divieto di uscire tra le 19 e le 7. Le accuse sono di lesioni pluriaggravate in concorso. Nel primo episodio ad avere avuto la peggio era stato un 21enne di origine magrebina residente a Bagnacavallo e ora tutelato dall’avvocato Giacomo Scudellari: per lui prognosi di 40 giorni per via di un trauma cranico rimediato dopo essere stato preso a calci a pugni.

Andato in discoteca con amici, il 21enne aveva fatto le spese di una lite con il gruppo dei faentini iniziata nel locale e poi degenerata all’esterno. Erano stati alcuni dei suoi amici, mentre altri erano scappati, a identificare i presunti autori: tra questi,i due finiti ai domiciliari. Uno – difeso

dall’avvocato Andrea Visani – ha però già avuto modo di sostenere giovedì scorso davanti al gip che lui quella sera non era neppure nella discoteca. A corroborare il suo alibi, ci sarebbero foto e filmati fatti in casa assieme alla sua compagna: tanto che il difensore ha valutato opportuno consegnare il cellulare affinché gli investigatori possano analizzarlo realizzando i dovuti riscontri. Per questo giovane, rimasto coinvolto diversi anni fa in un caso di violenza sessuale, del gruppo dei bagnacavallesi soltanto uno lo avrebbe identificato come presente quella sera.

Il secondo finito ai domiciliari, difeso dall’avvocato Carlo Benini, in interrogatorio sempre giovedì ha in sintesi dichiarato di avere partecipato alla prima fase della lite all’interno della discoteca, per poi andarsene sostenendo di non avere preso parte ad alcun pestaggio.

Per quanto riguarda il secondo episodio contestato, è degna di nota una vicenda riportata nell’ordinanza cautelare circa una madre preoccupata per la sorte del figlio 21enne il quale giusto il giorno prima aveva denunciato alla polizia il pestaggio subito il 10 dicembre (prognosi di 7 giorni). E così lei aveva chiamato in Commissariato per dirsi angosciata di trovarsi "in una situazione molto pericolosa perché abbiamo paura: è gente che minaccia e si vendica e potevano uccidere mio figlio… non vogliamo che si sappia che noi abbiamo fatto i nomi perché anche mia figlia ha il terrore di girare per Faenza… mio figlio che è in casa che non sta bene vuole ritirare la denuncia". Parole che, secondo il gip, danno conto del livello di timore provato nei confronti del gruppo individuato dall’Anticrimine manfredo.