Bianchedi, la ’spia’ di Sacchi. Ballardini: "Ho perso un padre". E l’amico Arrigo: "Gli devo molto"

Si è spento all’età di 87 anni l’osservatore ravennate che fece la fortuna del ’vate di Fusignano’, di cui fu braccio destro al Milan. Contribuì a creare gli ’immortali’ della squadra rossonera.

Bianchedi, la ’spia’ di Sacchi. Ballardini: "Ho perso un padre". E l’amico Arrigo: "Gli devo molto"

Bianchedi, la ’spia’ di Sacchi. Ballardini: "Ho perso un padre". E l’amico Arrigo: "Gli devo molto"

"Nadel" non c’è più. Ma per qualcuno Natale Bianchedi, morto all’età di 87 anni, non se ne andrà mai: qualcuno che, magari, con lui parlava in dialetto o qualche battuta in romagnolo-ravennate la faceva, eccome. Per uno è stato un amico fraterno, per l’altro un padre putativo: Arrigo Sacchi e Davide Ballardini hanno entrambi passato molti anni della loro vita, professionale e personale, con Natale a guadare calcio, a parlare di calcio, a respirare calcio. Arrigo Sacchi lo aveva conosciuto un paio di vite fa. Si erano piaciuti, si scrivevano addirittura lettere con idee di tattica calcistica quando il telefono era solo legato ad un filo, attaccato al muro di casa.

Il ricordo commosso di Arrigo Sacchi ritorna agli anni della loro collaborazione: "Natale era un grande intenditore di calcio – racconta il vate di Fusignano – oltre ad essere un mio amico. Era una persona simpatica e divertente che conosceva il calcio meglio di tutti: la mia crescita, sportivamente parlando, si è verificata anche grazie a lui perchè il lo mandavo a vedere cosa facevano in campo gli allenatori più bravi. Inoltre lo mandavo in giro per il mondo ad osservare i giocatori che sapevamo potevano interessarmi. Lui si è sempre comportato benissimo ed è stato estremamente competente. Sono davvero dispiaciutissimo per la sua scomparsa perché oltre ad essere un fidato collaboratore era anche un amico".

Chi è cresciuto a pane e Bianchedi è Davide Ballardini – l’allenatore ravennate (di città) più vincente di tutti – che oggi siede sulla panchina del Sassuolo e ha appreso della notizia della scomparsa di Natale proprio dopo aver giocato (corsi e ricorsi storici) e pareggiato 3-3, contro il Milan. "Non riesco quasi a parlare – ricorda con un filo di voce il tecnico dei neroverdi – lo rammento nella sua, e nella mia, professione come un uomo molto competente e sensibile con sfumature di genialità. Era davvero illuminato e geniale nel suo lavoro: sapeva vedere nelle squadre e nei giocatori certe qualità e aspetti difficili da cogliere per una persona meno attenta di lui".

Ma è l’uomo Bianchedi che Ballardini ricorda con tanto affetto: "Per me è stato come un secondo padre: si è sempre distinto per grande intelligenza. Era allegro e si stava davvero bene in sua compagnia: ci sentivamo spessissimo, quasi tutti i giorni direi. Quando c’era lui la serata era fatta: magari non voleva essere al centro dell’attenzione ma lo diventava quasi naturalmente, anche per la sua capacità di far legare le persone che gli stavano vicino e far star bene chi lo frequentava e stava con lui, sia dal punto di vista professionale, sia dal punto di vista della pura amicizia".

Ugo Bentivogli