Burri, la mostra evidenzia il lato meno conosciuto

La mostra su Burri a Ravenna mette in luce il lato meno conosciuto dell'artista, con opere minimali e l'utilizzo dell'oro, ma non tutto è San Vitale quando è oro.

Volevo esprimere due parole sulla mostra su Burri al mar, e non trovavo l’ispirazione, ma da poco ho letto da un libro di Enzo Biagi, del 1978, che dice: “Ho chiesto di vedere il pittore Burri, insistendo molto. Ma o non era ancora arrivato, o era appena partito, o era in America. Chissà quando è all’opera”. Ecco. Forse il giornalista, si sarebbe risposto da questa mostra ravennate. Che personalmente trovo anche bella nelle tante opere particolarmente minimali, “frettolose”, di questo artista di primo piano, certo discutibile. Una mostra che evidenzia un suo lato meno conosciuto su cui continuare a fare luce. Non insisterei molto invece sul fatto che, essendo tra quelle del suo periodo finale, ed avendo lui visitato Ravenna per la famosa/oggi contestata commissione di Gardini del Grande Ferro, si fosse per forza legato a debito ai nostri mosaici, San Vitale soprattutto, per l’utilizzo dell’oro. Insomma: se non c’è espressione diretta dell’interessato, direi che “non tutto è San Vitale quando è oro”. Anche perché (e pare non si noti! Come mai?) gli ori di questa chiesa, e di altre, sono potentemente miscelati, stemperati e armonizzati con porzioni di verde. In una sorta di preistorico divisionismo, mi verrebbe da azzardare.

Rosalba Maccanti