Cacciatore minaccia pescatore. Assolto ma perde il porto di fucile

Persa la battaglia legale per il recupero della licenza di porto d'armi dopo un alterco con un pescatore nel 2021. Il Tar di Bologna ha respinto il ricorso per difetto di interesse

Cacciatore minaccia pescatore. Assolto ma perde il porto di fucile

Cacciatore minaccia pescatore. Assolto ma perde il porto di fucile

Ravenna, 20 febbraio 2024 – Sembra quasi una storia di caccia contro pesca. E in effetti il primo è appassionato di doppiette e il secondo di lenze. In realtà la vicenda si era innescata in una sera del luglio 2021 quando il pescatore, in scooter, era entrato nel campo del cacciatore, un agricoltore ultrasessantenne del forese ravennate. Il conseguente alterco con tanto di denuncia alla caserma dei carabinieri di Filetto, era costato al cacciatore prima il divieto di detenere armi e munizioni. E poi la revoca della licenza di porto di fucile uso caccia: provvedimento, quello della questura, infine confermato anche dalla prefettura. Ora è il Tar di Bologna ad avere detto l’ennesimo no al cacciatore, il quale dovrà pagare anche 2.000 euro di spese di giudizio.

E lo ha fatto senza entrare nel merito ma per una questione che potremmo definire di forma: in buona sostanza il collegio bolognese, presieduto dal giudice Paolo Carpentieri, ha ritenuto, così come proposto dall’avvocatura di Stato per conto del ministero dell’Interno, che il ricorso fosse inammissibile per difetto di interesse: sì, perché a suo tempo il cacciatore non aveva impugnato il primo divieto, quello relativo alla detenzione di armi e munizioni. Il suo nuovo legale - l’avvocato Paolo Bravi - ha precisato di valutare la strada del consiglio di Stato. Del resto il cacciatore protagonista di questo singolare caso, non solo aveva incassato il ritiro della querela dal pescatore (dopo averlo risarcito) ma a fine novembre scorso era stato pure prosciolto in sede penale dal giudice Roberta Bailetti per particolare tenuità del fatto.

Torniamo allora a quella sera d’estate di tre anni fa. Secondo quanto delineato dall’accusa sulla base delle parole del cacciatore, l’uomo avrebbe pronunciato questa minaccia prima di cercare di schiaffeggiarlo: "Qui i pescatori non devono venire: sono terre mie, non ci deve venire nessuno". E poi ancora: "Allora non hai capito bene che non devi venire più qui", estraendo contestualmente un coltellino con lama di 10 centimetri.

In realtà - ha sostenuto la difesa - si trattava di un portachiavi e non di un coltello. E poi quel pescatore in scooter era entrato senza permesso e aveva danneggiato le colture. A dicembre di quell’anno il pescatore aveva ritirato la querela. E più di recente, ecco il proscioglimento. Ma nemmeno così - almeno per ora - il cacciatore potrà di nuovo imbracciare le sue doppiette.

a. col.