Caso Guerra, il teste del Nas: "Quella clinica veterinaria andava subito sospesa"

Condizioni igieniche all’indice e operazioni sui farmaci al limite dell’esercizio abusivo della professione. Ma mai appurate cessioni ad altri.

Caso Guerra, il teste del Nas: "Quella clinica veterinaria andava subito sospesa"

Caso Guerra, il teste del Nas: "Quella clinica veterinaria andava subito sospesa"

"Se fossi andato io a fare il controllo, quella clinica andava sospesa: con provvedimento urgente del sindaco".

Un’opinione senza alcun margine di interpretazione quella che il maresciallo capo del Nas di Bologna Lazzaro Senese ha espresso ieri mattina davanti al giudice Piervittorio Farinella nel corso del processo che vede il veterinario 50enne Mauro Guerra alla sbarra per maltrattamento e uccisione di animali, reati tributari, detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari e frode in commercio.

Il riferimento fatto dal militare, è relativo alle verifiche scattate all’ambulatorio di Sant’Antonio, più di recente finito sotto sequestro. Lui - come più volte ha precisato nel corso della testimonianza - non era presente: e così la sua analisi si è concentrata sul materiale fotografico che ha ingrossato il faldone del pm Marilù Gattelli.

"C’erano cestini pieni di immondizia" e poi "due gatti morti su un piano doccia; un mocio in un angolo immerso in acqua sporca. Dalle foto ho notato trasportini per animali verosimilmente sporchi lasciati in una stanza". Inoltre "non c’era l’autoclave ma una pentola a pressione: non è accettabile se si fanno operazioni chirurgiche, come ad esempio la castrazione di un gatto". E in ogni caso "posso avere la sterilizzatrice migliore al mondo: ma se l’ambiente è sporco, non serve a nulla". Quello cioè "era un ambiente favorevole alla crescita di batteri e virus". Un ambiente, a suo dire, non certo consono dal punto di vista igienico a un ambulatorio veterinario: "Per gli animali malati era pericoloso esporsi".

Del resto "non c’era una sala chirurgica separata; le condizioni igieniche generali erano carenti; il macchinario radiologico era sporco, senza cartellonistica. E non c’erano documenti nel registro. I rifiuti del liquido radiologico venivano smaltiti con tubi nel lavandino anziché attraverso una ditta specializzata".

In quanto al capitolo farmaci aperto dalla procura in seguito al possibile sporzionamento di alcuni medicinali, il teste ha fatto presente che "per la produzione bisogna seguire la farmacopea. E poi la riduzione dei farmaci non è prevista: delinea estremi per la contestazione dell’esercizio abusivo della professione di farmacista".

Secondo il maresciallo del Nas, in generale i farmaci "non si possono né produrre né vendere". Nel caso di Guerra poi, "non c’era un armadio dedicato alla loro custodia: il Tanax", farmaco per l’eutanasia, "era in un cassetto della scrivania". A specifica domanda della difesa, il teste ha precisato che comunque non è mai stato appurato se l’imputato avesse ceduto farmaci ad altre persone.

Oltre al militare, ieri mattina sono stati sentiti due clienti di Guerra a partire da un cittadino bulgaro che talvolta si recava dal veterinario di Sant’Antonio per i suoi due cani: "Dopo essere stato sentito dalla polizia giudiziaria - ha assicurato - sono tornato da Guerra ma non abbiamo mai parlato del processo anche perché c’era sempre fila davanti". L’uomo, che pagava in contanti, ha mostrato due ricevute di pagamento del luglio 2021 e del marzo 2022 spiegando di non avere con sé le altre. Il pm ha qui sottolineato che si tratta di date successive alla perquisizione. E’ stato inoltre sentito un uomo di Camerlona che si era rivolto a Guerra per il suo cane ammalato di tumore e sottoposto per questo a eutanasia. Prossima udienza a marzo.

Andrea Colombari