Come è cambiato il concetto di clausura

Il Monastero delle Carmelitane di via Guaccimanni a Ravenna si distingue per la sua apertura e accoglienza verso il mondo esterno, abbracciando iniziative come corsi di iconografia e utilizzo dei social. Suor Anastasia sottolinea che la preghiera è il fulcro della loro vita, non la clausura.

Come è cambiato il concetto di clausura

Come è cambiato il concetto di clausura

Senza voler entrare in questioni teologiche che non mi competono, è da tanti anni che il Monastero delle Carmelitane di via Guaccimanni ha intrapreso un percorso di maggiore apertura e accoglienza nei confronti del mondo esterno. All’interno della chiesa non esiste più neanche la cancellata di ferro che divideva la parte destinata ai fedeli da quella, più interna, dove prendevano posto le suore. Da tanti anni il monastero utilizza i social per i gruppi di preghiera, per fare un esempio, e ad esclusione di qualche cattolico integralista, le iniziative attivate in rete sono state sempre accolte con favore. Suor Anastasia ha più volte spiegato che da sempre le monache escono dal monastero per le loro incombenze e che la clausura non è il senso della loro vita. Lo è invece la preghiera che è, sempre citando suor Anastasia, apertura e accoglienza. Il monastero da sempre si caratterizza per la sua apertura nei confronti del mondo ortodosso, interpretando il ruolo secolare di Ravenna ponte tra Oriente e Occidente. Il corso a cui lei fa riferimento nella sua lettera è quello tenuto una decina di giorni fa dal maestro iconografo russo Aleksandr Stalnov. Per seguirlo sono arrivate diverse pittrici da tutta Italia e anche dall’estero. Il monastero ravennate ha al suo interno un corso di iconografia che viene tenuto abitualmente da suor Elisabetta.