Coraggiosa insieme al PD. Le critiche della sinistra

"Appare chiara l’esclusione da ogni sede amministrativa di tutta quella parte di Coraggiosa che non è entrata nel Pd".

Coraggiosa insieme al PD. Le critiche della sinistra

Coraggiosa insieme al PD. Le critiche della sinistra

Il j’accuse della sinistra al matrimonio tra il Pd schleiniano e Coraggiosa è arrivato. "Dal rimpasto di giunta a Faenza appare chiara l’esclusione da ogni sede amministrativa di tutta quella parte di Coraggiosa che non è entrata nel Pd, che ne è una buona parte – scrivono l’ex-senatore Martino Albonetti, gli ex-consigliere comunali Alessandro Messina, Edward Necki e Luigia Carcioffi, affiancati da Luigi Albonetti, Leonardo Altieri, Marco Bandini, Vittorio Bardi, Nicola Bassi, Raffaele Morani e Souad Khaldoune –. E’ prevalsa, come d’abitudine, una logica autoreferenziale ed escludente; questa volta, in aggiunta, è mancato anche il bon ton istituzionale".

La giunta Isola ha ora un nuovo nemico a sinistra?

"Sta al sindaco e ai partiti di maggioranza dare prova concreta, soprattutto sui problemi della città, di volere continuare ad avere il nostro sostegno. Ai coordinatori di Coraggiosa chiediamo di convocare l’assemblea dell’associazione per gli adempimenti formali". I coraggiosi, evidenziano coloro che hanno risposto niet alla chiamata del Pd, tali rimangono.

"Noi politicamente non ci sciogliamo. Le prossime settimane verificheremo, con tutti i cittadini disponibili al confronto, quali forme organizzative dare alla nostra area. Soprattutto dopo le due terribili alluvioni di maggio, che hanno devastato la città, manomesso i conti pubblici e messo a durissima prova cuori, menti e corpi, ci sarebbe bisogno di un dibattito vero. Tutte le rilevazioni politiche lo confermano: è l’elettorato di sinistra quello più disilluso e quello, ad oggi, più orientato verso l’astensione alle prossime elezioni europee".

Lo scetticismo della sinistra sull’efficacia della segreteria Schlein è ormai palese: "Nonostante le buone intenzioni l’attuale sinistra, sia all’interno che all’esterno del Pd, non riesce a ripartire. Serve l’elaborazione di un paradigma politico alternativo a quello oggi prevalente in Europa e in Occidente – un confuso ma micidiale insieme di sovranismo, capitalismo selvaggio, egoismo, irrazionalismo e plebeismo, che fomenta guerre, violenze pubbliche e domestiche, smantella le conquiste sociali quali la sanità e la scuola pubbliche, e riduce il lavoro a mera prestazione d’opera al costo minore. Solo immaginando un nuovo progresso si può tentare di riconquistare maggioranze politiche solide, unite e solidali".

f.d.