"Corro da solo per l’immobilismo del partito"

A Lugo Enrico Randi, 37 anni, è il candidato sindaco della sua lista civica dopo anni in Fratelli d’Italia: "Non hanno un progetto per vincere" .

"Corro da solo per l’immobilismo del partito"

"Corro da solo per l’immobilismo del partito"

Sarà presentata ufficialmente oggi, sui canali social che predilige, la candidatura a sindaco di Enrico Randi, il 37enne lughese che corre per la lista ’Noi con Enrico Randi’. "Mi ha spinto a candidarmi l’immobilismo del partito in cui ho militato per un periodo – spiega –. Ho avuto la sensazione di essere in un ambiente programmato per le carriere politiche e non per migliorare la città. Alcune ’strane dinamiche’ politiche si evidenziano chiaramente solo quando si avvicina una campagna elettorale, io le ho vissute in prima persona e ho fatto la mia scelta".

Laureato in ingegneria delle telecomunicazioni, Randi gestisce una importante agenzia immobiliare a Lugo e per anni ha militato fra le fila del gruppo locale di Fratelli d’Italia, per il quale ha ricoperto anche l’incarico di vice presidente dell’associazione culturale ’Risveglio Italiano’ legata a quell’area. Il team che sostiene al momento la lista civica da lui creata è composta, spiega, "da imprese, aziende e commercianti, persone che hanno ben chiaro il concetto di economia e turismo. Io stesso sono un modesto imprenditore e mi sono circondato di personalità che sanno correre il rischio e puntare sul futuro. Per rilanciare Lugo – continua – abbiamo bisogno di soluzioni creative e innovative nei campi del commercio, l’enogastronomia, l’intrattenimento e lo sport. Lugo era una delle città più attraenti e attrattive della Romagna, dovrà ritornare a esserlo. Ha tutte le caratteristiche architettoniche e geografiche per esserlo. Abbiamo in team innovatori, creativi e tecnici che stanno già lavorando a progetti per riportare Lugo al vertice di una regione importante. Fare atterrare aerei, migliore i collegamenti con i luoghi importanti e istituire eventi stabili e autentici".

La campagna elettorale di Randi è concentrata sull’utilizzo dei nuovi mezzi social. "Siamo nel 2024, non nel 1994. È l’era degli influencer, dei tiktoker, degli youtuber. Ogni cosa dovrà diventare digitale, non lo dico io, ma ’ce lo chiede l’Europa!’ È stata solo una scelta dettata dall’epoca, magari una scelta astuta e strategica, ma molto elementare. Mi rendo conto che può risultare geniale per altre forze politiche che ci vogliono emulare. Per strada mi capita sempre più spesso vivere situazioni in cui passanti mi urlano dalle auto in corsa o mi fermano per esternare un’approvazione euforica e rassicurante sulla mia scelta coraggiosa, del tipo: ’Randi continua così, sono con te, hai il mio voto’. Questo è il mondo offline. Quello online è composto da circa 15mila account, quindi persone, raggiunti con metodo organico, senza sponsorizzate, ogni settimana e che seguono i nostri contenuti sui social".

Per la conquista dell’elettorato Randi punta su video che parlano dei problemi della città e in cui lo stesso Randi si racconta con due termini molto romagnoli: ’ignorantezza e spericolatezza’. "L’ignorantezza mi è salita dopo la delusione del partito che mi ha portato ad allontanarmi sbattendo la porta – sottolinea – . Ho deciso di attivare le mie conoscenze riunendo alcuni esponenti locali dell’impresa e del commercio e ho esposto loro la mia idea per una vera lista civica indipendente. Ho incassato il loro pieno sostegno: ’Vai, noi siamo con te’".

La ’spericolatezza’, invece, "l’ho messa in pratica quando ho imparato a rischiare mettendoci la faccia in questo progetto ambizioso e pericoloso. Ho scelto di allontanarmi completamente dal partito dopo che mi è stato chiaro che a Lugo non c’era alcun progetto per vincere. Anzi – rincara – se avessi collaborato a ’perdere’ probabilmente avrei avuto occasione di far carriera politica nel partito, come sicuramente faranno alcuni miei ex colleghi. In loro è instillata la paura di perdere il consenso che porta alla carriera politica, io non ho alcun interesse alla carriera politica e quindi alcuna paura di perdere il consenso. Ecco perché vinceremo".

Monia Savioli