"Doloso il rogo nell’ex tipografia Moderna"

Secondo i consulenti della Procura furono tre i punti di innesco nell’incendio dell’ottobre scorso: il giorno dopo l’immobile andava all’asta

Giusto il giorno dopo davanti al notaio era prevista l’apertura delle buste relative all’asta per la vendita dell’immobile. Prezzo base 350 mila euro a fronte di un valore stimato da perizia in 900 mila euro. Ma, con incredibile coincidenza, un incendio lo aveva parzialmente devastato. Era la notte tra il 17 e il 18 ottobre scorso: e a distanza di qualche mese è ora emerso che era doloso il rogo che aveva colpito quella che in via Giulio Pastore 1 (zona Bassette) era stata in passato la sede della storica ‘Tipografia Moderna’. Perlomeno è quanto rappresentato dalla consulenza disposta dalla procura per fare luce sull’accaduto. In sintesi l’esperto ha individuato tre diversi punti di innesco peraltro in una zona del magazzino non interessata da alcuna attività lavorativa.

L’ignota mano (o le ignote mani) si sarebbe servita di un determinato solvente per raggiungere il suo scopo. Il fascicolo era stato aperto in prima battuta dal pm Angela Scorza per incendio contro ignoti. E aveva individuato una parte offesa: si tratta della vicepresidente del soggetto – Edizioni Moderna – che aveva preso in affitto la struttura pagando il canone al ministero delle Imprese: rappresentata dall’avvocato Massimo Martini, ha sua volta incaricato un proprio consulente per contribuire a fare luce sull’accaduto. A questo punto le strade sono due: o la procura ravvisa l’impossibilità a giungere all’identificazione del responsabile del rogo chiedendo di conseguenza l’archiviazione del caso; oppure, magari grazie agli elementi isolati anche con il contributo della squadra Mobile, notifica i primi avvisi di garanzia. L’allarme alla centrale dei vigili del fuoco era scattato alle 23.53: sei i mezzi intervenuti da Ravenna e dai distaccamenti di Cervia e Faenza oltre a un paio di veicoli speciali giunti da Forlì. Il fumo provocato dalle fiamme, aveva inoltre invaso i locali di un’attività vicina che si occupa di grafica e stampa - la Full Print - causando ulteriori danni. Sul posto erano nel breve arrivati anche il funzionario dei vigili del fuoco e i poliziotti delle Volanti. Su due piedi era stato difficile restituire in maniera perentoria uno scenario legato al dolo. Ma la portata delle fiamme e la circostanza legata all’imminente asta, avevano creato più di un dubbio negli inquirenti. La stessa liquidatrice, ritenendo evidentemente la coincidenza perlomeno sospetta, si era subito fatta avanti in questura per segnalare l’incendio. In quanto all’uso dell’immobile, secondo il materiale facilmente consultabile sul sito del tribunale, per la società cooperativa per azioni che tempo addietro aveva sede là dentro - la ‘Tipografia Moderna’ -, nell’ottobre 2013 era scattata una liquidazione coatta amministrativa promossa dal ministero delle Imprese.

E nell’ambito di quella procedura, il 2 agosto dell’anno scorso era stato fissato il bando di gara per l’asta; in precedenza si era pure giunti a un’aggiudicazione, poi revocata per mancanza dei requisiti. Il lotto, infine assegnato a ottobre dopo il rogo, comprendeva porzioni di ampio capannone con uffici, stanza per l’archivio, tettoie, cabina elettrica e piazzali di manovra: il tutto occupato "in forza di contratto di affitto di azienda".

Andrea Colombari