Domani la camera ardente all’ospedale. Venerdì l’addio

Scoprì Rijkaard, Silvio lo chiamava "Il ministro degli Esteri". Capì anche il talento di Ronaldo il fenomeno, ma non fu ascoltato

Domani la camera ardente all’ospedale. Venerdì l’addio

Domani la camera ardente all’ospedale. Venerdì l’addio

Si è spento domenica, dopo alcuni giorni al Bufalini di Cesena dove era stato trasportato d’urgenza martedì dopo il malore che l’aveva colpito nella sua casa di via Maggiore. Il corpo di Natale Bianchedi arriverà alle 11 di domani alla camera mortuaria di Ravenna, dove i tanti che l’hanno conosciuto in questi anni di lavoro nel mondo del calcio - apprezzandone le grandi qualità professionali e umane - potranno dargli l’ultimo saluto. Venerdì alle 14.15 la salma sarà trasportata al cimitero cittadino (non è prevista funzione religiosa). Nato nel 1937, ha smesso di giocare molto giovane, Bianchedi, per dedicarsi quasi per caso all’allenamento: al Baracca Lugo e a Bellaria, probabilmente, le sue stagioni più brillanti con un’idea di calcio innovativa e futuribile. Anche lui passato per Fusignano come il suo grande compagno di avventura Arrigo Sacchi che ha seguito prima al Milan ma anche in Nazionale, lasciata però prima del Mondiale. La grande notorietà, che certamente non lo entusiasmava, visto il lavoro che svolgeva per Sacchi è arrivato con il Milan degli invincibili che anche lui ha contribuito a plasmare. Andò a vedere Ronald Koeman, il micidiale centrocampista-difensore – del Psv Einsdhoven, decisivo con la sua punizione nella finale di Coppa Campioni tra Barcellona e Sampdoria. Invece si invaghì, calcisticamente parlando, di Frank Rijkaard e convinse Sacchi ad acquistarlo, malgrado la resistenza di Berlusconi che invece, voleva il funambolico argentino Borghi.

Tenne duro Sacchi, tenne duro Bianchedi e il Milan vinse la Coppa dei Campioni. Berlusconi lo chiamava con una certa ironia "Il Ministro degli Esteri" del suo Milan e per il Milan ha continuato ad osservare e visionare giocatori anche dopo l’addio di Sacchi, voluto nuovamente in rossonero anche da Fabio Capello che l’aveva conosciuto in maniera approfondita da dirigente della polisportiva Mediolanum. Un rammarico: aver scoperto Ronaldo il Fenomeno senza essere ascoltato al Milan.

u.b.