Elicottero precipitato. Chiesta l’archiviazione. Tutta colpa di una ventosa

Quattro i feriti: la sfiorata tragedia dovuta alla caduta di un computer. Per il pm, vista la zona, non ci furono pericoli per la pubblica incolumità . .

Elicottero precipitato. Chiesta l’archiviazione. Tutta colpa di una ventosa

Elicottero precipitato. Chiesta l’archiviazione. Tutta colpa di una ventosa

Esattamente un anno fa. Da una parte c’era la strada ancora ricoperta di fango. E all’altra un vasto acquitrino alimentato dall’alluvione al posto del quale, fino a qualche giorno prima, si apriva un campo coltivato. È lì, tra le vie Mazzola e Lunga a Belricetto di Lugo, che la mattina del 20 maggio era precipitato un elicottero. Quattro i feriti, compresa la pilota, con prognosi fino a 45 giorni. Per quanto accaduto, la procura ha chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto per disastro aviatorio colposo. Una richiesta formulata dopo l’iniziale chiusura dell’inchiesta a carico del legale rappresentante della società piemontese proprietaria del velivolo. Alla notifica del 415bis, era seguito il deposito di una memoria difensiva. Dopodiché la procura ha in buona sostanza rilevato che, per dimensione contenuta del mezzo e per zona di caduta, l’elicottero non aveva creato nessun pericolo per la pubblica incolumità, presupposto giuridico per potere contestare il disastro aviatorio. Le immagini del relitto - la coda sollevata e la parte anteriore infossata e semidistrutta - avevano da subito fatto intuire che c’era stato un tentativo in extremis di un atterraggio di fortuna. A noleggiare il velivolo, era stata Enel con l’obiettivo di controllare le linee elettriche. Un’attività decisamente importante in tempo di alluvione e case isolate che andava avanti da qualche giorno. E l’elicottero stava setacciando le linee su Cà di Lugo quando attorno alle 11.30 era precipitato.

Almeno un paio i testimoni rintracciati dagli inquirenti nelle case vicine. Tutti avevano parlato di un volo a quota particolarmente bassa: ragione che li aveva spinti a incollare gli occhi su quel velivolo. Poi all’improvviso, dopo un paio di manovre di avvitamento ad ampio raggio, ecco lo schianto. Ma l’incidente non era stato innescato da una manovra errata. Anzi: solo la prontezza della pilota aveva scongiurato il peggio limitando la caduta a una quota a conti fatti modesta.

Secondo le verifiche coordinate dal pm Angela Scorza, tutto è dipeso da una ventosa con staffa appiccicata alla parte anteriore dell’abitacolo per reggere un computer portatile utile alla navigazione. Per banalizzare, uno di quei meccanismi che tanto assomigliano alle staffe che usiamo sulle nostre auto per il cellulare. A un certo punto la ventosa aveva però perso d’aderenza lasciando cadere staffa e computer: per una incredibile coincidenza, il blocco aveva centrato la leva-comando che gestisce il passaggio dal sistema idraulico a quello meccanico. E il congruente repentino cambiamento di assetto, aveva portato alle conseguenze che consociamo. Proprio l’utilizzo di quella ventosa - secondo l’accusa non certificata per usi aeronautici - aveva spinto verso l’iniziale notifica della conclusione dell’indagine. Ulteriori considerazioni di legittimità hanno infine portato la procura a chiedere l’archiviazione.

Andrea Colombari