Energia, compost, biomasse. Tre prodotti dall’organico: "Ma il vetro nei sacchetti..."

Il processo di fermentazione dura mesi, suddiviso in stanze per facilitare le varie fasi "D’estate basta un giorno per produrre il biogas, soddisfiamo il 30% del fabbisogno di Lugo".

Energia, compost, biomasse. Tre prodotti dall’organico: "Ma il vetro nei sacchetti..."

Energia, compost, biomasse. Tre prodotti dall’organico: "Ma il vetro nei sacchetti..."

Energia elettrica, compost e biomasse dal verde. Tre prodotti ricavati dalla fermentazione organica di ciò che gettiamo a casa, nei contenitori marroni dove finiscono bucce di patate, avanzi avariati e sportine biodegradabili. O almeno, dove in teoria dovrebbero finire solo queste cose: "La raccolta sta migliorando, e anche i progetti con le scuole aiutano: dopo essere venuti in visita i bambini fanno presente ai genitori la necessità di differenziare meglio – dice Massimo Montanari, responsabile dell’impianto del biodigestore –. Il problema è che non ci arriva solo l’organico, ma anche sportine di plastica e materiale non compostabile. La cosa che ci dà più fastidio di tutte è il vetro: ha un costo esagerato per noi. Presto introdurremo un nuovo macchinario per eliminarlo ulteriormente".

Il biodigestore di Voltana può lavorare fino a 60mila tonnellate di rifiuti all’anno così suddivisi: 50mila di umido e organico e 10mila di verde, con un po’ di flessibilità. I camion arrivano e per prima cosa all’ingresso viene fatta una verifica sommaria del contenuto. Da lì il materiale viene portato alla pesa e inizia la lavorazione. In primis viene triturato per facilitare il processo successivo: anche eventuale plastica o vetro conferiti per sbaglio vengono sminuzzati. Il materiale viene quindi messo in un box e da lì nel fermentatore: 10 stanze con rifiuto digestato mescolato a nuovo organico per produrre biogas. "D’estate basta un giorno, in inverno serve più tempo – spiega Montanari –. In una grande vasca raccogliamo tutto il percolato, che viene riutilizzato per inumidire di nuovo i rifiuti e per l’energia. Il nostro impianto produce l’equivalente del 30% del fabbisogno delle famiglie di Lugo".

I rifiuti restano in queste stanze per 25/26 giorni. Per quasi un mese, quindi, producono energia elettrica. Una parte viene riutilizzata con nuovo organico nello stesso processo, un’altra passa ad altre stanze, dove continua la fermentazione e dove l’obiettivo è anche ridurre l’umidità: "Il materiale deve raggiungere almeno 55 gradi per tre giorni, resta qui 24/25 giorni" prosegue Montanari. All’interno delle stanze sono presenti dei corridoi in cui viene soffiata dell’aria. L’ultima parte del processo continua all’esterno, il principio è sempre lo stesso: gli ormai ex rifiuti organici fermentano a temperature molto elevate. Solo nell’ultima parte della lavorazione c’è la vagliatura, in cui vengono rimossi plastica e vetro. E tutto ciò per produrre il compost.

Nello stesso impianto si lavora anche il verde conferito nei cassonetti: "Lo trituriamo e in parte viene usato per la biossidazione, per stabilizzare l’organico nel processo di fermentazione – dice Montanari – e il resto viene triturato, usato per nuovi biofiltri o va alle centrali che producono energia elettrica".

sa.ser.