"Espulsi da Marcegaglia": "È un’azione illegittima"

Sciopero in via Baiona dopo lo stop a quattro dipendenti di una ditta in appalto "Braccia conserte finché non saranno fatti rientrare in azienda".

"Espulsi da Marcegaglia": "È un’azione illegittima"

"Espulsi da Marcegaglia": "È un’azione illegittima"

Braccia conserte ieri in via Baiona davanti allo stabilimento ravennate di Marcegaglia. A manifestare erano i lavoratori di Cfc, azienda che lavora in appalto, che – si legge in una nota – hanno aderito compatti allo sciopero proclamato dal sindacato Sgb "in solidarietà ai loro quattro colleghi espulsi dalla direzione dello stabilimento; cacciati arbitrariamente dal lavoro, senza alcun valido motivo".

Nel comunicato i rappresentanti di Sgb spiegano che si tratta di "due lavoratrici e due lavoratori della ditta in appalto Cfc che dal 14 di dicembre dello scorso anno non hanno più accesso allo stabilimento. Quattro lavoratori che hanno saputo di avere perso il proprio lavoro dai tornelli che gli impedivano di entrare nella fabbrica, perché la direzione dello stabilimento gli aveva disabilitato il badge. Nessuno di loro ha mai ricevuto una contestazione o una comunicazione di licenziamento dal proprio datore di lavoro. Per loro, semplicemente, la direzione di Marcegaglia ha dichiarato il loro “non gradimento”, per una “presunta” inidoneità ad eseguire le mansioni previste dall’appalto e, da allora, gli è negato il lavoro".

Dal sindacato parlano di "espulsioni arbitrarie che frequentemente colpiscono i lavoratori in appalto. Era già successo a due lavoratori ghanesi dell’appaltatore Europa System che, seppur con un’esperienza decennale all’interno dello stabilimento, sono stati sospesi per mesi dal lavoro, ritenuti da Marcegaglia non più inidonei alla loro mansione, solo perché non parlavano bene l’italiano. Cacciato dallo stabilimento anche un lavoratore di Elle Emme, dichiarato “non gradito” dalla direzione di Marcegaglia, che ne ha preteso l’allontanamento, per essersi permesso di chiedere più sicurezza per un collega inesperto che doveva formare alla manovra del carroponte".

Nella nota di Sgb si parla ancora di "finti appalti che servono solo a garantirsi manodopera a basso costo, lavoratori che devono lavorare “a testa bassa”, a cui è possibile imporre ritmi e carichi di lavoro insostenibili, negare diritti, sotto la minaccia di arbitrari licenziamenti".

E infine, la chiusa: "I lavoratori Cfc non sono però più disponibili a essere considerati lavoratori “usa e getta”, per questo, assieme all’azione legale contro le illegittime espulsioni, Sgb continuerà con le iniziative di sciopero fino al rientro dei quattro lavoratori sospesi, in difesa della dignità e dei diritti di tutti i lavoratori in appalto".