Facciata opera del Morigia. E c’era anche un cinema

Si trovava nella chiesa sconsacrata di San Marco, ma fu distrutto dalle fiamme

L’attuale facciata del Palazzo dell’orologio è settecentesca ed è opera del ravennate Camillo Morigia che nel 1785 rifece la precedente iniziata nel 1483 dal rettore veneto Baldassarre Trevisan. Fin dal 1505 sulla facciata si poteva ammirare un bassorilievo raffigurante la Madonna col bambino (la Madonna dell’orologio) che durante il rifacimento del Morigia fu temporaneamente tolto in attesa di ricollocarlo nella apposita nicchia che Morigia aveva progettato. La Madonna, però, fu trasferita sulla facciata del palazzo comunale dove rimase fino al 20 gennaio del 1890 quando passò al Museo nazionale dove tuttora si trova. E la nicchia del Morigia è rimasta vuota e, diciamolo pure, quel finestrone cieco che si affaccia sulla piazza principale della città non è proprio un bel vedere.

Anticamente sulla facciata si aprivano due porte che davano accesso a due chiese: San Marco e San Ruffillo, detta poi San Sebastiano dei Servi. Sembrerà strano ma proprio all’interno della chiesa di San Marco, da tempo sconsacrata, venne allestita la prima sala cinematografica stabile della città, il “Cinematografo Moderno”, che purtroppo non ebbe molto fortuna perché un incendio durante una rappresentazione mise fine alla sua storia.

Ancor prima la chiesa di San Sebastiano era stata la sede della Dogana Vecchia. Durante le celebrazioni dantesche del 1921 venne posta sulla facciata una targa in bronzo di Mazzini (oggi murata sullo scalone del Comune) disegnata da Tobia Gordini e modellata da Gaetano Cellini.

La targa fu inaugurata dal deputato repubblicano Ubaldo Comandini. Le campane della torre furono fuse nel novembre del 1721 da Francesco Landi di Imola mentre l’armatura in ferro è opera di Francesco Garavini. Sulla facciata della torre che dà sulla piazza era previsto un orologio tutto speciale, una specie di planetario ante litteram che oltre a scandire le ore dava informazioni sul giorno, il mese e il segno zodiacale corrispondente. E a ogni cambio dell’ora uno speciale meccanismo faceva uscire da una nicchia una statuetta di Sant’Apollinare in atteggiamento benedicente.

Franco Gàbici