Gli attrezzi per i secchi nel pozzo

In quasi tutti i musei e raccolte di attrezzi della civiltà contadina romagnola si trovano, in diverse versioni, i ‘gràfi’, utensili in ferro battuto con più uncini per ripescare i secchi nel pozzo. Una presenza così numerosa lascia intendere che avvenisse spesso che il secchio restasse in fondo al pozzo, come testimonia un vecchio detto: "E’ secc e’ va tânti völt int e’ póz che cvêlca völta u i lasa e’ mâng! (Il secchio va tante volte nel pozzo che una volta o l’altra ci lascia il manico). Il detto corrisponde al famoso "Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino". Bello l’indovinello riferito al secchio che va su e giù nel pozzo: "E’ va zó ridénd e e’ vén só pianzénd" (Va giù ridendo, per il cigolìo della girella, e torna su sgocciolando).