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I 25 anni del centro Laderchi. Duecento soci e voglia di stare insieme
Il 28 novembre il Centro Sociale Laderchi ha festeggiato il 25esimo anniversario dalla sua Fondazione. "Il Centro Sociale Laderchi è nato nel 1998 da un gruppo di amiche – dice la presidente Carmen Graziani – una delle quali era la cognata di mia sorella; per questo sono sempre stata vicina alle attività e, anche se inizialmente lavoravo, partecipavo alle loro uscite e gite. Nel 2007 è subentrato Cesare Donati, ex presidente della Gemos e io sono subentrata con lui poi quando è morto sono diventata vice presidente e adesso, a distanza di tempo, sono presidente". Un quarto di secolo durante il quale tantissimi cittadini hanno potuto trovare compagnia, divertendosi con le varie attività e gite fuori porta organizzate dal Centro Sociale, che attualmente vede oltre 200 soci.
"Il Centro Sociale Laderchi è rivolto soprattutto alle persone anziane – dice Carmen Graziani– in centro non hanno molto spazio dove stare e gli spazi che offriamo sono una buona alternativa allo stare in casa. Ogni giorno, nella nostra sede in Corso Garibaldi 2, vengono 2526 persone; prima della pandemia erano circa 55 tutti i giorni, bisognerebbe incentivare le persone a venire. Pochi o tanti che siano, lo scopo è comunque stare tutti insieme; mi sento gratificata quando le persone che vengono stanno bene insieme".
Da 25 anni il Centro promuove anche momenti di relax, gite e vacanze di più giorni per chi vuole goderseli in compagnia. "Porto in gita gli anziani cinque o sei volte durante l’anno: per esempio siamo stati in montagna, sulle Dolomiti, al lago d’Iseo o alle terme, che per alcuni era la prima volta".
Nonostante il Covid e le alluvioni, il centro continua ad andare avanti e questo 12 e 13 giugno, a meno di un mese dall’alluvione del 16 maggio, il Centro Sociale Laderchi è partito per un’altra destinazione.
"Siamo andati in gita e il pullman era pieno – dice la presidente –. Una persona che durante la notte dell’alluvione era stata salvata con l’elicottero è venuta con noi e l’ho vista rilassata, mi ha fatto molto piacere". Specialmente dopo le difficoltà di pandemia e il disastro dell’alluvione stare insieme aiuta a guardare avanti con fiducia.
"Anche a me piace molto fare queste gite, anche io in giugno avevo bisogno di non vedere per un po’ Corso Garibaldi, perché ogni volta che ci passavo a vederlo così distrutto mi si stringeva il cuore".
Caterina Penazzi