I comitati: "Richieste difficili, i rimborsi scarseggiano"

A un anno dall'alluvione, i cittadini di Faenza lamentano scarsi progressi e ritardi nei rimborsi per i danni subiti. Criticità burocratiche e mancanza di sostegno evidenziate dai comitati degli alluvionati.

I comitati: "Richieste difficili, i rimborsi scarseggiano"

I comitati: "Richieste difficili, i rimborsi scarseggiano"

A quasi un anno dalla prima alluvione che mise in ginocchio anche Faenza, sono ancora molte le incognite per i cittadini. I comitati degli alluvionati manfredi lo hanno sottolineato nell’ultimo documento inviato alla stampa, in cui è specificato "che nessun eclatante risultato è stato conquistato e pochi obiettivi, tra quelli innumerevoli, sono stati raggiunti". Obiettivi considerati "relativamente marginali, malgrado l’interessamento e la vicinanza delle Istituzioni". In particolare costituisce ancora una criticità, secondo quanto affermato dai comitati il "mancato ristoro dei beni mobili" considerato il "fondamentale e più diffuso danno sofferto dagli alluvionati". Una questione che va di pari passo "al problema ancora ad oggi rappresentato dalla indisponibilità del credito di imposta", uno strumento "necessario per i meno abbienti per avviare gli interventi di bonifica delle abitazioni nelle quali tuttora non possono rientrare". Oltre "alla mancata semplificazione ed accelerazione delle pratiche burocratiche connesse alla approvazione delle perizie richieste per l’ottenimento dei dovuti ristori economici". Infine i comitati esplicitavano di aver "più volte chiesto che, per danni non ingenti, ad esempio fino a 30 mila euro, non fosse necessario dichiarare la regolarità edilizia dell’immobile, soprattutto nel caso in cui si trattasse di interventi di semplice ripristino, attribuendo quindi i ristori con il medesimo metodo già adottato per il Contributo di Immediato Sostegno".

Un passaggio non di poco conto in considerazione delle pratiche sinora ristorate. Complessivamente nel territorio regionale si parla di oltre 80mila famiglie e imprese che avrebbero diritto ai rimborsi, meno di un migliaio erano quelle completate fino a pochi giorni fa, delle quali circa 60 hanno superato il controllo, per arrivare quindi a una quarantina a cui è stata concessa l’erogazione del contributo. Numeri molto bassi quindi, direttamente legati a una percentuale molto alta di richieste non ancora completate: "I tecnici sono sommersi da richieste – spiega un cittadino –, e un terzo degli immobili di Faenza sono stati alluvionati. Se parliamo di abitazioni ci si riferisce a quartieri che risalgono agli anni ’50. Ci dicono che basta un’autocertificazione ma è comunque una richiesta di verifica di regolarità edilizia. Non parliamo di immobili che sono stati costruiti abusivamente tuttavia, nel caso di un’irregolarità, come per esempio una finestra in più costruita settant’anni fa nell’immobile, si corre il rischio di dichiarare il falso, e quindi in caso di controlli a campione di perdere poi tutto il risarcimento". E questa è solo una delle criticità, a cui secondo i comitati si aggiungono poi i tempi, le differenze degli interventi e i costi: "La struttura commissariale si può muovere all’interno di un perimetro normativo definito. Perimetro che però non tiene conto della complessità e della diversità degli interventi". Secondo i comitati "il cammino verso un’efficace gestione dei ristori oltre alla completa messa in sicurezza del territorio è ancora lungo, a tutt’oggi i cittadini hanno ottenuto, salvo poche eccezioni, meno di 6mila euro a famiglia".

d.v.