I giovani e l’ora di religione: "Puntiamo anche sui social"

Mons. Ghizzoni e Simona Scala: "Non è un’ora di catechismo ma un’opportunità di crescita personale nel conoscere in modo critico tutto ciò che ci circonda".

I giovani e l’ora di religione: "Puntiamo anche sui social"

I giovani e l’ora di religione: "Puntiamo anche sui social"

La diocesi prova a parlare ai giovani con il linguaggio dei giovani per rilanciare l’ora di religione. Anche quest’anno la diocesi si rivolge a genitori e studenti per invitarli a scegliere l’insegnamento della religione cattolica a scuola (Irc), con una lettera a firma dell’arcivescovo, monsignor Lorenzo Ghizzoni, dalla direttrice dell’Ufficio scolastico diocesano, Simona Scala. C’è tempo fino al 10 febbraio per iscriversi, contestualmente all’iscrizione all’anno scolastico da frequentare.

"Gli studenti che si sono avvalsi di questa opportunità nelle scuole del territorio quest’anno sono stati 69,4% della popolazione studentesca del territorio diocesano (Comuni di Ravenna, Cervia e Portomaggiore) – si legge nella nota –. Nella scuola dell’infanzia e alla primaria la percentuale di chi si avvale dell’Irc è rispettivamente del 75% e del 79,5%. Percentuali simili alle medie mentre alle superiori il dato si ferma al 48,5%".

La diminuzione, specifica la nota, si vede in alcuni istituti più che in altri (Olivetti e liceo artistico, soprattutto) mentre in altre scuole il dato è in risalita rispetto ad anni precedenti, come al liceo classico. "C’è una ragione storica che influisce su questi dati – ragiona la direttrice dell’Ufficio scolastico – ma anche una normativa che non aiuta (che definisce l’Irc come materia curricolare ma poi, di fatto, offre l’uscita da scuola come alternativa). In più, soprattutto in certe zone e in alcune scuole e istituti, è aumentata anche la percentuale di studenti stranieri".

"Ripartire dai ragazzi, dai loro bisogni". Così Simona Scala, da pochi mesi direttore dell’Ufficio scolastico diocesano: "Abbiamo già diffuso sui social alcuni reel che presentano l’Irc in questo modo. Le scuole ci chiedono un coinvolgimento in progetti curricolari che mettano al centro il ragazzo e quello che vive. Su questo possiamo giocare un ruolo, a partire dal nostro specifico, con un’attenzione allo sviluppo delle soft skills, sempre più richieste, e dell’orientamento". "Non è un’ora di catechismo – scrivono nella lettera monsignor Ghizzoni e Simona Scala - ma un’opportunità di crescita personale nel conoscere in modo critico tutto che ci circonda. Un’ora anche per comprendere meglio e con uno stile diverso altre discipline grazie al collegamento con l’Irc ha con tante materie, alcune anche insospettabili. Con l’Irc i docenti vorrebbero raccontarvi tutte le belle cose della nostra terra, di tutte le tradizioni, di tutti i segni che, nei monumenti, nei riti, nella musica e nelle parole raccontano la storia di chi siamo oggi dopo un cammino avvincente e bello di secoli e millenni".