I nomadi tra due canali "Vorremmo spostarci"

Le dieci famiglie che vivono da quasi 27 anni in via Arginello a Lugo: "Nessuno è venuto a vedere come stiamo o se abbiamo bisogno di aiuto".

I nomadi tra due canali  "Vorremmo spostarci"

I nomadi tra due canali "Vorremmo spostarci"

Circondati da due canali e con l’acqua che continuava a salire. Le 10 famiglie di nomadi che vivono ormai stabilmente da quasi 27 anni nell’area di via Arginello messa a disposizione del comune di Lugo, hanno vissuto l’alluvione dei giorni scorsi come un incubo, decisamente peggiore rispetto agli allagamenti già superati in precedenza. "Nessuno ci ha avvisati che sarebbe successo – spiegano Renata Piva e Daniele Bonora –. Abbiamo visto l’acqua crescere lentamente fino ad arrivare a 50 centimetri. Ci siamo spaventati moltissimo". Nel campo vivono 27 persone, fra cui 3 bimbi piccoli, altri adolescenti e due disabili. "I bambini continuano a piangere durante la notte per la paura – raccontano –. Noi stessi siamo ancora spaventati. Se stanotte ad esempio, dovesse piovere, che cosa potrebbe succedere? Da quando viviamo qui, ci siamo allagati già tre volte. Siamo circondati da due canali che quando piove molto non ce la fanno a trasportare tutta l’acqua accumulata che esce. Poi, se arriva alle roulotte, queste sono da buttare". Nel tempo i danni fatti dall’acqua e dall’usura, hanno provocato lungo l’asfalto sul quale poggiano le case prefabbricate dei nomadi, una serie di buche in cui le ruote delle sedie a rotelle si incastrano e faticano ad andare avanti. "Già da tempo abbiamo segnalato le manutenzioni da effettuare al comune – sottolineano – ma nessuno è intervenuto. Ora, dopo questa alluvione, abbiamo soltanto una lavatrice e 6 bagni funzionati. Gli altri no. Nessuno è venuto qua a vedere come stiamo o se abbiamo bisogno di qualcosa".

Gli unici che negli ultimi due giorni hanno rifornito il campo di acqua, generi alimentari e prodotti per l’igiene sono stati i volontari della Caritas di Bagnacavallo. "Tutti i mezzi, le auto e i camion con i quali svolgiamo l’attività di raccolta del ferrovecchio, sono stati per fortuna messi in salvo. Ma non ce la facciamo più a resistere in una situazione del genere. Da giorni stiamo cercando di pulire a terra per togliere il fango. Ma non possiamo continuare con una lavatrice soltanto e i bagni sistemati in quel modo, con il terrore continuo di svegliarci allagati". La soluzione individuata dai nomadi, dopo 27 anni di vita concentrata in quello spazio di pochi metri alla confluenza di due canali, è soltanto una. "Vorremmo cambiare posto – affermano Renata e Daniele –. Vorremo un luogo diverso, lontano dalla presenza dei canali per mettere in sicurezza noi ma, soprattutto, i bambini".

Monia Savioli