I rischi del sole. Tumori della pelle, 2000 diagnosi all’anno: "E attenti ai bambini"

Sabato convegno all’Alighieri per preparare gli addetti ai lavori all’estate. La primaria Tabanelli: "Pericolosa l’esposizione prolungata. ma sul lungo periodo anche quella breve con ustioni per i più piccoli".

I rischi del sole. Tumori della pelle, 2000 diagnosi all’anno: "E attenti ai bambini"

I rischi del sole. Tumori della pelle, 2000 diagnosi all’anno: "E attenti ai bambini"

Oltre 56mila prestazioni, 206 nuovi casi di melanoma e 1.788 di carcinomi cutanei nel 2023. Si misura così, nei dati dell’attività dell’unità operativa di Dermatologia di Ravenna, Faenza e Lugo, l’impatto che il sole ha sulla nostra pelle. Un tema che diventa ancora più importante ora che l’estate è alle porte, e proprio per questo la direttrice dell’unità operativa Michela Tabanelli ha indetto un convegno per addetti ai lavori: ’Alla luce del sole – effetti benefici e dannosi del sole sulla pelle’, che si terrà sabato nella sala Corelli del teatro Alighieri. "L’obiettivo è approfondire il rapporto ambivalente che l’uomo ha con il sole e con le radiazioni solari" dice Tabanelli, sottolineando come la prevenzione sia fondamentale per evitare i danni che possono insorgere col tempo. Il convegno si rivolge, oltre ai dermatologi, ai medici di base, agli oncologi e ai farmacisti.

Il sole ha anche effetti positivi, come spiega Tabanelli: "Determina benessere e anche effetti antidepressivi – prosegue Tabanelli –. Inoltre d’estate grazie al sole diminuisce la pressione arteriosa e avviene la sintesi della vitamina D per le ossa. Ma per sintetizzare la vitamina D necessaria all’organimo umano sono sufficienti 20 minuti al giorno di esposizione di braccia e gambe". Insomma, passare tante ore sotto il sole è nocivo. "Gli effetti negativi che possono essere acuti o cronici – aggiunge Tabanelli –. Tra gli acuti ci sono l’eritema e le ustioni, reazioni fotoallergiche o fototossiche a prodotti che applichiamo. Ci sono poi le fotodermatosi idiopatiche o quelle fotoaggravate che peggiorano con l’esposizione al sole. E poi gli effetti cronici, come il fotoinvecchiamento, che è un peggioramento delle caratteristiche della pelle col tempo, con formazione di macchie iperpigmentate o ipopigmentate, rughe, alterazione vascolari e perdita di elasticità della pelle, oltre ad atrofia cutanea".

E poi le conseguenze peggiori, ossia la fotocarcinogenesi, lo sviluppo di tumori maligni della pelle. "Il sole è nella lista nera dei cancerogeni – prosegue Tabanelli –. I più esposti sono coloro che lavorano all’aperto o che si ustionano durante infanzia e adolescenza. Possono svilupparsi carcinomi a cellule basali o squamose, cheratosi attiniche e il melanoma, il tumore cutaneo probabilmente più importante e che se diagnosticato in casi avanzati può avere una prognosi infausta. Un’esposizione solare intensa e intermittente nell’infanzia e nell’adolescenza, può portare nel tempo a una maggiore incidenza di epiteliomi basocellulari o melanoma.".

Chi è esposto al sole per lavoro per lunghi periodi, in maniera cumulativa, presenta più frequentemente cheratosi attiniiche o carcionomi a cellule squamose: "Sono in aumento – dice Tabanelli –. Per prevenzione è bene fare una visita dermatologica preventiva, con cadenza annuale. I segni d’allarme sono tanti e includono il cambiamento di un neo già presente, noduli che somigliano a cicatrici o iperpigmentati che mimano un melanoma, o ancora forme ulcerate con croste che tendono a non guarire. I tumori di tipo squamoso sono noduli ipercheratosici con predominanza dei colori bianco, rosa e rosso, e che possono portare a metastasi. Le difficoltà sono anche legate all’età del paziente: per i tumori non cheratinocitari spesso è avanzata e talvolta ci sono altre patologie associate".

Il trattamento è perlopiù chirurgico, anche nel caso del melanoma, in cui può essere eseguita in casi selezionati la biopsia del ’linfonodo sentinella’. La Dermatologia di Ravenna porta avanti anche i controlli successivi nei pazienti che hanno già una diagnosi ed esegue la chirurgia ambulatoriale. E si occupa, ovviamente, anche delle patologie non tumorali, tra cui le più frequenti sono psoriasi e la dermatite atopica.

La protezione della pelle è da anni sinonimo di crema solare. "L’abbronzatura è un meccanismo di protezione, ma non è sufficiente neanche per chi si abbronza bene o ha la pelle scura – aggiunge Tabanelli –. È bene ricordare che la valutazione del fattore di protezione sulla confezione della crema si basa sull’applicazione di una grande quantità di prodotto: circa 100 ml per adulto. Nella realtà questo non succede, quindi il fattore di protezione è inferiore: tanto vale mettere sempre la protezione alta 20-30 minuti prima dell’esposizione, poi ogni 2 ore e sempre dopo il bagno in mare. Una volta abbronzati occorre continuare a usare le creme. E poi è fondamentale evitare di esporre al sole senza protezione i bambini sotto l’anno, soprattutto nelle ore più calde".

Sara Servadei