Il cantiere del ponte di Grattacoppa. Il costo dei lavori aumenta ancora. Con l’inflazione quasi 4 milioni

Rialzi a posteriori per l’aumento del prezzo dei materiali: all’inizio erano 2 milioni e 800mila euro. L’intervento è terminato da tempo: la struttura sul Lamone è aperta dallo scorso 1 luglio.

Il cantiere del ponte di Grattacoppa. Il costo dei lavori aumenta ancora. Con l’inflazione quasi 4 milioni

Il cantiere del ponte di Grattacoppa. Il costo dei lavori aumenta ancora. Con l’inflazione quasi 4 milioni

Il cantiere è chiuso, finito, terminato: e per fortuna, diranno i residenti della zona. Perché per rifare il ponte di Grattacoppa è servito molto di più dell’anno previsto dal cronoprogramma, trasformando il cantiere in un’odissea per i residenti di Savarna e Torri, improvvisamente separati dal Lamone. Eppure il Comune di Ravenna ora pagherà ancora per quell’intervento, e non perché prima non lo avesse fatto, ma perché nel corso degli ultimi mesi il rialzo dei prezzi ha costretto a rivedere il costo di molti materiali da costruzione, con un notevole rialzo a posteriori. E così dai 2 milioni e 800mila euro iniziali siamo passati a quasi 4 milioni: 3 milioni e 914.645 euro per la precisione.

Colpa dell’inflazione: a causa dell’aumento galoppante dei costi, negli ultimi anni la Regione ha più volte messo mano al prezziario, ridefinendo a posteriori il costo di materiali e lavorazioni. E difatti molte opere pubbliche hanno visto forti aumenti a posteriori: a Ravenna è già successo per i paramenti murari dell’Arce della Rocca Brancaleone, per l’Orangerie e anche per la Casa della salute in Darsena, dove l’Ausl ha dovuto mettere mano al progetto e rinunciare a una parte di quanto preventivato perché i soldi non bastavano più. E questo solo per citare alcuni degli esempi più famosi in città.

Secondo quanto riportato nel documento di Palazzo Merlato che definisce il nuovo importo per il ponte di Grattacoppa, il rialzo serve "per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, nonché dei carburanti e dei prodotti energetici, in relazione agli appalti pubblici di lavori, ivi compresi quelli affidati a contraente generale, aggiudicati sulla base di offerte con termine finale di presentazione entro il 31 dicembre 2021". A portare il costo complessivo a quasi 4 milioni è stata l’ultima aggiunta, mentre la ’scalata’ da 2 milioni e 800mila è stata graduale.

I primi 80mila euro aggiuntivi erano stati definiti già a fine giugno 2022 per una variazione di progetto, mentre già covavano le polemiche sull’allungamento dei tempi del cantiere, partito l’8 marzo 2021 e la cui conclusione era prevista a febbraio dell’anno successivo. In realtà il ponte è stato riaperto solo il 1 luglio 2023, dopo vari rinvii, polemiche, proteste, revisioni e rallentamenti causati anche dai cattivi rapporti tra l’amministrazione comunale e la ditta che si è occupata del cantiere. E si è così slittati da una data prevista all’altra: da fine maggio 2022 all’autunno dello stesso anno e poi a dicembre, fino alla tanto attesa conclusione durante l’estate dell’anno scorso.

Lo scorso gennaio, a sei mesi dalla fine dei lavori, ecco quindi la prima revisione a posteriori: 278.312 euro in più, per un totale di 3 milioni e 158mila euro. Ora un altro aumento e si arriva così in totale a 3 milioni e 914.645 euro. Sperando che questa sia la cifra definitiva e non ci siano altri rialzi, visto che già ora il ponte viene così a costare circa il 40% in più rispetto al prezzo stimato inizialmente, e questo nonostante i ritardi e i rapporti tesi tra il Comune e la ditta, con tutto lo strascico di lamentele e difficoltà per i residenti della zona. Va detto che non sarà Palazzo Merlato a coprire la cifra extra nella sua interezza: verserà infatti 357.670 euro. Altri 325.154 euro dovrebbero essere coperti con le risorse del fondo ministeriale.

Sara Servadei