Il croccante carciofo moretto, l’ortaggio delle terre romagnole

Uno dei simboli di Brisighella: nelle prime due domeniche di maggio una sagra in suo onore nel centro del paese.

Il croccante carciofo moretto, l’ortaggio delle terre romagnole

Il croccante carciofo moretto, l’ortaggio delle terre romagnole

Conosciuto sin dal XV secolo, il carciofo moretto (scarciofn in dialetto romagnolo) è l’ortaggio per eccellenza della Romagna. Esso possiede un colore tendente al violaceo, è caratterizzato dalle punte spinose e dalla forma triangolare. La tipica rusticità, la croccantezza, il sapore amarognolo e il profumo erbaceo, rimasti inalterati nei secoli, lo rendono uno dei simboli di Brisighella.

Questo ortaggio venne “battezzato” moretto dalla madre del grande ristoratore Nerio Raccagni, proprietario del locale Gigiolè: "Mia madre – racconta – diceva sempre che era selvatico e difficile da pulire, perché ti forava le mani; era brutto, spinoso e cattivo proprio come me. Siccome il mio soprannome era Moretto, lo diventò anche il carciofo".

"Il carciofo moretto deve respirare l’aria dei calanchi" afferma inoltre Silvano Neri, un coltivatore locale che ama la sua carciofaia e i suoi meravigliosi ortaggi così tanto da accarezzarli anche senza guanti, nonostante le loro acuminate spine, mentre cammina tra i filari. Questo ortaggio autoctono, per diventare di colore scuro e per acquistare sapore, necessita infatti dell’argilla dei calanchi di Brisighella, ma non di concimazione o irrigazione, pertanto non ha bisogno di troppa manutenzione. Queste caratteristiche peculiari hanno permesso di assegnargli il riconoscimento doc, acronimo che significa Denominazione di origine controllata. Le prime due domeniche di maggio, mese in cui si inizia la raccolta di questo ortaggio, la Pro Loco di Brisighella organizza una sagra in suo onore nel centro del paese. Il carciofo moretto si presta a diverse preparazioni culinarie: si è sempre mangiato crudo o leggermente lessato, condito con sale e olio (preferibilmente con quello Brisighello, dove ritrova alcuni aromi). Si può utilizzare anche in ripieni di primi piatti, in unione alla ricotta, come i cappelli del prete. È presente anche in seconde portate, si può difatti gustare gratinato, in carpaccio, in padella, fritto in pastella, o anche come accompagnamento e in contorni come in alcune insalate. Molto apprezzato anche nella sua classica versione sott’olio. Esso viene utilizzato, oltre che per la cucina, anche in medicina, infatti contiene un elevato numero di antiossidanti.

Che cosa aspettate? Se ancora non l’avete fatto, provate il carciofo moretto, non ve ne pentirete!

Classe 2^ B

Scuola media ‘Ugonia’

di Brisighella

Professoressa Martina Pini