"Il porto deve ridurre i prezzi E non concentrarsi sull’argilla"

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’Analisi dei flussi marittimi container da e per il Porto di Ravenna’ è il tema dello studio affidato dall’associazione Ravennate Spedizionieri Internazionali a SRM (Centro Studi specializzato nell’Economia del Mare), presentato presso la sala convegni dell’Autorità di sistema portuale ravennate. "Le criticità riconosciute da questo studio al porto di Ravenna - osserva Maurizio Marendon, vicesegretario di Lista per Ravenna - attengono in sintesi all’impossibilità di accesso e di manovra delle navi con capacità di carico fino a 12.000 teus, i costi maggiori rispetto ai porti concorrenti, il maggior tempo di trasporto dal porto di imbarco a quello di sbarco (il transit time) e le poche piattaforme logistiche nell’entroterra (in land). Non c’è dubbio".

Ma da molto tempo "noi di Lista per Ravenna parliamo di criticità ancora maggiori e più oggettive, connesse al fatto che la totalità delle compagnie di navigazione che trasportano container sceglie come porti di primo livello quelli del Tirreno. Per fortuna, Genova e La Spezia non hanno possibilità di ulteriore espansione, essendo incastonate fra l’Appennino e il mare, mentre Ravenna ha consistenti possibilità di estendersi nel proprio hinterland".

Per Marendon "il porto di Ravenna deve ridurre di molto i propri super prezzi. Ma anche tornare ad attirare le merci varie col loro alto valore aggiunto, malamente e improvvidamente emarginate per concentrarsi esclusivamente sull’argilla ed essere più equilibrato nei contratti con le industrie della ceramica, di cui siamo diventati il magazzino unico in Italia delle argille e dei feldspati importati, con ricavi irrisori, puntando ad ottenere che i container carichi di piastrelle ripartano da Ravenna, anziché da La Spezia, come succede oggi per l’80% delle lucrose esportazioni".