Il report di Confindustria . Inflazione, crisi e conflitti. Ma le imprese resistono

Produzioni, ordini e occupazione reggono il peso delle difficoltà mondiali e locali. Il presidente Bozzi: "Il 2024 si è aperto con incognite legate al canale di Suez". .

Il report di Confindustria . Inflazione, crisi e conflitti. Ma le imprese resistono

Il report di Confindustria . Inflazione, crisi e conflitti. Ma le imprese resistono

L’industria ravennate - per produzioni, ordini e occupazione - regge il peso dell’inflazione e delle complessità mondiali, prima fra tutte il rischio del blocco al transito delle navi nel Mar Rosso; non si prevede cresca molto, ma neppure si intravede il pericolo di forti cadute. E, come mette in luce il rapporto congiunturale di Confindustria Romagna, le previsioni relative al primo semestre del 2024 evidenziano per la maggior parte delle imprese ravennati una aspettativa di stazionarietà. Per gli ordini totali il 34% degli imprenditori prevede un aumento, il 64% stazionarietà e solamente il 2% una diminuzione. Per gli ordini esteri, il 64% prevede stazionarietà, il 32% un aumento e il 4% una diminuzione. Le giacenze sono previste stazionarie dal 68% delle imprese, in aumento dal 32% e nessuno in diminuzione. Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 70% del campione, in crescita per il 24% e in calo per il 6%. L’andamento della produzione viene previsto in aumento dal 32% delle imprese, stazionario dal 44%, una diminuzione per il 24%. "L’anno da poco concluso – spiega il presidente degli industriali romagnoli, Roberto Bozzi (foto) – è stato segnato dall’alluvione che ha colpito gran parte della Romagna, con impatti diretti e indiretti su numerose imprese associate e sulle loro filiere di riferimento, ma nell’ultimo trimestre ha visto anche segnali positivi, soprattutto nei servizi, grazie al calo dell’inflazione e del costo delle materie prime. Il 2024 si è aperto però con nuove incognite per i flussi commerciali, dovuti alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez. I prezzi di gas e petrolio non ne hanno risentito finora, ma restano alti e il quadro è in continuo divenire: al momento non registriamo impatti particolari a livello locale ma teniamo monitorati potenziali rischi perché, se la situazione dovesse perdurare, sarebbero inevitabili ricadute sul territorio".

Sempre per quel che riguarda la provincia di Ravenna, per l’anno appena passato, confrontando il secondo semestre del 2023 con lo stesso semestre del 2022, si può vedere come la produzione risulti in crescita del 2,3%, il fatturato globale salga del 4,1% (quello intero del 6,5% e quello estero del 3,8%) e l’occupazione cresca di un rotondo 7%.

Per quel che riguarda gli ordini totali il 36% delle imprese ha segnalato un aumento, il 34% stazionarietà mentre il 30% una diminuzione. Per gli ordini esteri, il 58% delle imprese li ha avuti stazionari, il 28% in aumento, il 14% in diminuzione.

A livello romagnolo, le aspettative sulla prima metà dell’anno in corso sono di prudenza, e nella maggior parte del campione interpellato prevale un sentiment di stazionarietà in tutti gli indici economici. L’andamento della produzione viene previsto in aumento dal 33,9% delle imprese, stazionario dal 45% mentre il 21,1% degli imprenditori prevede una diminuzione. Il 55% delle aziende si aspetta una stazionarietà negli ordini, il 33,9% un aumento e l’11,1% una diminuzione.

Analoghe attese, sempre stando all’indagine dell’associazione di categoria, per gli ordini esteri: per il 49,5% saranno stazionari, per il 35,8% delle imprese in aumento e per il 14,7% in diminuzione.

Giorgio Costa