Il sax di Bearzatti fa rivivere i Led Zeppelin

Concerto esplosivo stasera alle 22 al Bronson per il festival Ravenna Jazz.

Il sax di Bearzatti  fa rivivere  i Led Zeppelin

Il sax di Bearzatti fa rivivere i Led Zeppelin

Un concerto carico di energia e dinamismo con protagonista il sassofonista Francesco Bearzatti, per il festival Ravenna Jazz, infiammerà il Bronson di Madonna dell’Albero stasera dalle 22. Il suo trio P.A.Z. (Post Atomic Zep) dichiara sin dal nome l’argomento della serata: un omaggio ai Led Zeppelin, la cui musica non perde un briciolo della sua forza dirompente in questa inedita codifica jazzistica. Forte anche dell’ausilio dell’elettronica, Bearzatti sarà assieme a Danilo Gallo (basso, electronics) e Stefano Tamborrino (batteria, voce). Biglietti intero euro 15; ridotto 13. In giornata, al centro Mousiké (ore 10-13 e 14.30-16.30), si terrà anche il secondo workshop di ‘Mister Jazz’, nel quale la cantante Maria Pia De Vito esplorerà i rapporti tra vocalità, improvvisazione e nuovi linguaggi musicali, rivolgendosi ai cantanti ma anche a tutti gli strumentisti. Iscrizione euro 25 (info. 0544.405666).

Nella musica di Francesco Bearzatti, nato a Pordenone nel 1966, risuonano le eterogenee componenti della sua formazione: gli studi classici, il metal, la musica da ballo popolare e moderna. Una varietà di interessi che si riscontra anche nelle collaborazioni che lo hanno portato a suonare al fianco di Joe Lovano, Butch Morris, Louis Hayes, Ben Riley, Kenny Wheeler, Randy Brecker, Mark Murphy, Tom Harrell.

Il suo nuovo progetto in trio, col quale affronta di petto le musiche dei Led Zeppelin, è una vera apoteosi degli aspetti più ribollenti di questa eterogeneità stilistica. Creatività, ingegno e amore per i decibel sono gli ingredienti essenziali per gettarsi nel confronto con la leggendaria band di Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham. Il rock travolgente dei Led Zeppelin, intriso di blues, percorso da melodie memorabili e sostenuto da ritmi sbalzati anche in maniera asimmetrica, pone una sfida epica, quasi impossibile per un organico jazzistico. Ma Bearzatti ha già dato prova di quanto in là può spingersi col suo strumento, forzandone il suono, anche con un abile uso della microfonatura e l’elettronica, sino a estrarre dall’ancia una vibrazione hendrixiana. In scaletta, ai grandi classici dei Led Zeppelin come ‘Stairway to Heaven‘ e ‘Whole Lotta Love’, sono affiancate alcune composizioni originali di Bearzatti e i suoi collaboratori.

"Con questo progetto ho voluto chiudere un cerchio importante per me, cominciato nel lontano 2005 con la pubblicazione di tre pezzi dei Led Zeppelin uniti a mo’ di suite – commenta Bearzatti –. Terminare un intero lavoro sulla musica degli Zep e poterlo portare in tour era una cosa che avevo in mente da anni e sono felice di esserci finalmente riuscito. Mettere il distorsore sul sax e sentirsi contemporaneamente Page e Plant non ha eguali per me che sono cresciuto con questa musica".