Il triangolo amoroso finisce con un furto

A processo una 23enne di Faenza accusata di avere prosciugato 1.050 euro a un 80enne con la complicità di un’altra ragazza

Il triangolo amoroso finisce con un furto

Il triangolo amoroso finisce con un furto

Sembrava amore e invece era un furto. Per la precisione 1.050 euro sottratti dal bancomat di lui, un 80enne, abilmente sfilato dalla tasca dei pantaloni abbandonati su una sedia in camera da letto al culmine di un triangolo amoroso. A processo c’è finita lei, una 23enne di Faenza che, nel dibattimento entrato nel vivo ieri mattina davanti al giudice Michele Spina, deve rispondere di furto aggravato in concorso con una complice mai identificata (la terza punta del triangolo) oltre che di uso indebito, sempre in concorso, di bancomat. Sentenza attesa per metà luglio. E nel frattempo proveremo a raccontarvi, verbali alla mano, la storia dell’illusione amorosa.

Giorno dell’Immacolata, 8 dicembre 2020. L’80enne, deceduto più di recente, dopo la sua disavventura aveva avuto modo di raccontare davanti ai carabinieri che una giovane dalla pelle olivastra che gli aveva falsamente raccontato di chiamarsi Sara - identificata poi nell’imputata, ora difesa dall’avvocato Massimo Martini - lo aveva contattato verso le 12 al cellulare per proporgli un incontro intimo. Lui aveva accettato e attorno alle 17.30 era giunto in stazione a Faenza: e una volta lì, di giovani ne aveva trovate ben due. Oltre alla sedicente Sara, c’era un’altra ragazza sempre dalla carnagione olivastra e di qualche anno più grande della prima. Secondo lui a passare il suo numero all’imputata era stata un’altra donna ancora, con la quale più volte si era intrattenuto tra le mura domestiche. In ogni modo, dopo avere caricato le due in auto, l’80enne era andato a prelevare 200 euro al bancomat. Ma in quella circostanza aveva notato che una delle due ragazze lo aveva affiancato probabilmente individuando il pin da lui digitato.

Lui quelle due non le aveva mai viste prima: e non le rivedrà mai più. Di fatto si era allacciata nel breve una certa intesa: tanto che in quel dì di festa, tutti e tre erano confluiti nella casa dell’uomo. Cose di adulti consenzienti: si erano spogliati in soggiorno, si erano spostati in bagno e poi ultima tappa in camera da letto. Tuttavia, una volta qui, la ragazza con la quale lui avrebbe dovuto avere un rapporto completo aveva iniziato ad accampare scuse: doveva tornare subito a casa dal figlio altrimenti glielo avrebbero tolto, aveva detto con fare perentorio. Sogno amoroso infranto e tanti saluti pure ai 200 euro prelevati dal bancomat che lui aveva sganciato come regaletto di benvenute. Verso le 19.30 gli era taccato riaccompagnarle.

La sorpresa finale era arrivata poco più tardi quando da due filiali manfrede di due note banche, gli erano stati prelevati a raffica 200, 100, 400, 250 e 100 euro. Lui se ne era accorto solo di ritorno a casa dell’ammanco della carta: e a quel punto bloccarla era ormai stato del tutto inutile. Ma è stato proprio grazie al pervicace riconoscimento fotografico fatto in caserma dall’80enne che questo raggiro amoroso ha potuto imboccare la via del tribunale.

Andrea Colombari