Il Tribunato di Romagna, rende giustizia a Giovanni Pianori, detto il Brisighellino, che nel 1855 fu ghigliottinato a Parigi per avere attentato alla vita di Napoleone III, imperatore dei francesi, accusato di avere tradito la Carboneria italiana e la Repubblica Romana.
La tornata, svoltasi a Brisighella, dove Pianori era nato per poi trasferirsi a Faenza, è stata aperta dal Primo tribuno Giordano Zinzani, dopo il quale è intervenuto Beppe Sangiorgi che ha ‘messo sul tavolo’ il dilemma se il Brisighellino è stato un patriota o un assassino, o meglio, un potenziale assassino in quanto sparò due colpi, senza colpire l’imperatore né altri.
Un giudizio che, com’è stato spiegato, coinvolge anarchici e mazziniani come Luigi Orsini che attentò anch’egli alla vita di Napoleone III, Giovanni Passannante e Pietro Acciarito che tentarono di accoltellare Umberto I, re d’Italia, il quale cadde poi sotto i colpi di Gaetano Bresci.
Il compito di approfondire la figura e le vicende del Brisghellino e della sua famiglia è stato poi assunto da Enzio Strada che, al riguardo, ha pubblicato due volumi, frutto di ricerche ultradecennali negli archivi di Parigi, Londra, Città del Vaticano, oltreché locali. "Un impegno – ha spiegato Strada – assunto per rendere giustizia a Giovanni Pianori con la ricostruzione delle sue vicende umane e storiche attraverso documenti che rivelano una verità terribile e sconosciuta.
La Corte d’Assise di Parigi incorse in un errore giudiziario clamoroso, fidandosi della Segreteria di Stato del Vaticano che produsse prove che riguardavano un’altra persona contribuendo alla condanna a morte del Brisighellino".
Anche dopo morto Giovanni Pianori dovette subire l’ingiustizia dell’oblio.
Solamente Brisighella gli ha dedicato una piazzetta nel 1976, ma con una scarsa partecipazione all’inaugurazione.
"Ingiusto e diverso il suo destino postumo rispetto, ad esempio, a quello di Felice Orsini – ha detto Strada – pure lui ghigliottinato per avere attentato con un lancio di bombe alla vita di Napoleone III che si salvò, ma sul selciato rimasero dodici morti e 156 feriti.Eppure a lui sono state dedicate vie e piazze in molte città d’Italia. Più di lui merita il patriota Pianori che, tra l’altro, non uccise alcuno. È doveroso, ancora oggi, ricordare il Brisighellino, la sua sete di giustizia, il suo coraggio e la coerenza che lo portarono al supplizio: osò e morì per l’Italia e per Mazzini".
Un piccolo passo per ricordare Giovanni Pianori è stato fatto lo stesso giorno della tornata del Tribunato di Romagna. Alessandro Morini, titolare dell’omonima cantina faentina, ha annunciato l’uscita del "Brisighellino", una bottiglia di vino Romagna Centesimino, detto localmente Savignôn rosso, con l’etichetta che riporta il viso austero e determinato del patriota brisighellese.