ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Impianti di Fosso Ghiaia. Vince il Ravenna: sì del Tar

Per il Tribunale gara regolare: "Aveva già compensato i debiti col Comune". La società di casa perde il centro sportivo ma non pagherà spese di giudizio. .

Impianti di Fosso Ghiaia. Vince il Ravenna: sì del Tar

Impianti di Fosso Ghiaia. Vince il Ravenna: sì del Tar

Il debito con il Comune non c’era più perché era stato già rateizzato. E la commissione che ha aggiudicato la gara, era composta da dirigenti di chiara esperienza nei rispettivi settori. Per il Tar di Bologna insomma l’assegnazione al Ravenna Football Club 1913 per sei anni del centro sportivo di via Romea sud 558, è avvenuta in maniera del tutto regolare. La "peculiarità della vicenda" e il fatto che chi aveva proposto ricorso, fosse venuto a conoscenza della reale posizione debitoria del Ravenna solo al deposito atti, hanno però spinto i giudici bolognesi a compensare le spese di giudizio. La società dilettantistica Fosso Ghiaia, anche se ha perso, non dovrà cioè sborsare un centesimo. Il ricorso lo aveva presentato contro Comune e Ravenna club per chiedere l’annullamento delle determina dirigenziale del luglio scorso in tema di assegnazione del centro sportivo. E, a cascata, di tutti gli atti precedenti per arrivare a quel punto.

Il bando, del marzo 2023, puntava alla concessione a titolo gratuito di più impianti sportivi comunali tra cui, appunto, quello di Fosso Ghiaia. Il criterio per individuare il vincitore prevedeva un confronto sul piano dell’offerta tecnica. Due gli sfidanti: il Ravenna, che aveva ottenuto 77 punti su 100. E il Fosso Ghiaia, 60 punti. Vincitore netto dunque. Ma il Fosso Ghiaia non aveva accettato il verdetto lamentando il fatto che al Ravenna fosse mancato un requisito fondamentale per potere partecipare alla selezione: "L’assenza di morosità nei confronti dell’ente concedente", il Comune insomma. Andava cioè escluso dalla gara. E poi alla commissione giudicatrice mancavano i "necessari requisiti di esperienza e competenza". Uguale a danno che – sempre ad avviso del Fosso Ghiaia – andava risarcito. Il Comune e il club da parte sua avevano spontaneamente depositato il piano di rientro del debito. Intanto il Ravenna aveva raggiunto un accordo con il Fosso Ghiaia per la gestione nel 2023-2024 dell’impianto conteso nel quale la società ricorrente avrebbe riconosciuto l’esito della gara ottenendo in cambio di potere continuare a usare la struttura come aveva sempre fatto. I giudici sul punto hanno rilevato che non si trattava però di una "intervenuta acquiescenza" visto che non vi era "alcun riconoscimento della legittimità dell’aggiudicazione" o "alcuna rinuncia esplicita" alla causa. La questione andava insomma risolta in aula. E allora ecco il focus sui debiti: tutto fa riferimento – si legge nella sentenza a firma del giudice Alessandra Tagliasacchi – "alla concessione dello stadio Benelli al Ravenna in forza di una pluralità di convenzioni che si sono succedute nel tempo".

Secondo la documentazione agli atti, "era previsto che la concessionaria si facesse carico dei costi di energia, acqua e gas". Nel caso di mancanze, "le fatture sarebbero state pagate dal Comune con facoltà di compensazione con il contributo" dato da palazzo Merlato "alla concessionaria". A conti fatti, il debito del Ravenna insomma "deriva dal mancato rimborso delle spese anticipate dal Comune per il pagamento delle utenze". Ma, una volta sollecitato, il Ravenna "ha chiesto di potere essere ammesso alla rateizzazione: beneficio concesso" l’anno scorso. In definitiva per il Tar, il Ravenna "non è mai stato moroso nei confronti del Comune" e "sta pagando le rate ponendole in compensazione con il contributo che versa il Comune". La sua partecipazione al bando era insomma regolare.