"Impianti non a norma, s’intervenga"

Il lughese Manlio Federici lancia l’allarme su fotovoltaici gestiti da un istituto bancario nella sua proprietà

"Impianti non a norma, s’intervenga"

"Impianti non a norma, s’intervenga"

Una lunga storia, quella che vede protagonista parte delle proprietà in capo alla famiglia Federici, distribuite fra i comuni di Lugo, Fusignano, Bagnacavallo e Massa Lombarda. Da dodici anni sui terreni sono stati realizzati otto impianti fotovoltaici, gestiti da un istituto bancario, detentore del diritto di superficie acquisito tramite contratto di leasing che scadrà fra sei anni. Le aree destinate alla produzione di energia elettrica avrebbero dovuto essere messe a norma già all’avvio degli impianti che "ad oggi – spiega Manlio Federici – permettono di realizzare ricavi netti pari a 4.000 euro al giorno per impianto". Una fortuna che però non è servita ancora a realizzare tutte le opere che consentirebbero a ognuno di essi di ottenere l’agibilità che al momento manca. Federici ha inviato più volte solleciti alla Prefettura di Ravenna affinchè vengano effettuati dei sopralluoghi per verificare lo stato degli impianti, classificati come opifici, e definire la loro messa a norma. Oltre a questo, Federici chiede la restituzione degli incentivi Gse per fotovoltaico versati dallo Stato nel corso degli ultimi 12 anni, per un totale, arrotondato per difetto a quasi 22 milioni di euro e – sottolinea – "percepiti indebitamente dal detentore dei diritti di superficie e dagli utilizzatori. Sia chiaro – continua Federici – non voglio soldi, ma solo regolarità. È una questione di giustizia". Quello che serve per ottenere l’agibilità degli impianti è la messa a norma delle infrastrutture che li circondano, quindi la realizzazione di accessi separati rispetto a quelli al momento in uso da strutturare, come previsto per gli opifici con tanto di passi carrai e parcheggi e, soprattutto, la sostituzione delle attuali cabine di produzione con altre in calcestruzzo.

"Cinque anni fa in una delle cabine si è sviluppato un incendio – racconta Federici –. Ovviamente il primo a essere coinvolto sono stato io, in qualità di proprietario dei terreni nonostante l’accaduto non fosse di mia responsabilità". La mancata agibilità delle aree è stata riconosciuta anche dal servizio edilizia dell’Unione dei Comuni che nel 2014 riscontrava già delle "difformità rispetto ai contenuti progettuali" per l’impianto che ha sede in via Lunga Inferiore. Nello specifico – si legge nel documento – "la cabina elettrica e il vano misura non hanno il tetto a doppia falda; attorno alla recinzione perimetrale non è stato fatto l’impianto di irrigazione; non è mai stata presentata la richiesta di agibilità anche se l’impianto fotovoltaico è attivo dal 24 agosto 2011; il passo carraio di accesso all’impianto fotovoltaico non è mai stato costruito ed è utilizzato abusivamente quello dell’abitazione di via Lunga Inferiore". "L’istruttoria per l’emissione dei provvedimenti sanzionatori non ha dato alcun risultato – continua Federici –. La situazione degli altri sette impianti è uguale a quella di via Lunga Inferiore. Fra 6 anni quegli impianti mi saranno restituiti e io pretendo che per allora vengano onorati tutti gli obblighi che sono in capo al detentore dei diritti di superficie come risulta dal rogito notarile". Federici, che ha tappezzato tutti i cancelli in entrata agli impianti dei documenti che testimoniano la vicenda, mette infine in luce un aspetto, sempre più presente all’attenzione nazionale, quello della sicurezza sui luoghi di lavoro. "Le gravi irregolarità costruttive e i mancati collaudi e certificazioni di legge degli impianti delle centrali elettriche di produzione – sottolinea – incidono pesantemente sulla sicurezza delle condizioni di lavoro degli addetti al controllo e alla manutenzione degli otto impianti fotovoltaici. Anche per questo – conclude – è passato troppo tempo ed è arrivato il momento da parte di chi deve, di agire".

Monia Savioli