Impossibile per me trovare lavoro con la legge 104

L'infermiera Barbara Mazza denuncia discriminazioni sul lavoro a causa della sua invalidità e della Legge 104, che le impediscono di trovare un impiego stabile nonostante la sua esperienza.

Sono un’infermiera, tre anni fa vinsi il concorso a Bologna, ma fui costretta a licenziarmi dopo poche settimane perché nonostante avessi mostrato la documentazione dell’invalidità e la mia Legge 104, la direzione si rifiutò di darmi un reparto idoneo. Mi catapultarono dal Maggiore all’ospedale Bellaria cambiando reparto ogni tre giorni. Non gli interessavano le mie condizioni, e fui costretta a licenziarmi. Appena arrivata a Ravenna trovai posto in una nota struttura privata convenzionata, anche lì bastò che andassi in malattia una volta (e non usufruendo della mia 104) per vedermi i turni ridotti. Finché fui costretta a dare le dimissioni. Da lì un’odissea. Ogni agenzia interinale chiamata, la risposta era sempre : se lei utilizza la sua 104, noi facciamo molta fatica a trovarle un contratto. Stesse parole nelle strutture di Cervia, Forlimpopoli. Due concorsi ho fatto , uno recentemente in una nota clinica all’avanguardia, dove ho passato la prova scritta e la prova pratica, ma all’orale hanno tirato fuori il mio curriculum vitae, hanno visto che appartengo alle categorie protette, e ho una 104. E pur avendo risposto in modo corretto all’orale, sono stata bocciata. Sono disperata, faccio questo lavoro da 13 anni, e mai mi era successo di essere così discriminata. In alcune strutture sono stata costretta a promettere di non usufruire della mia 104 per poter lavorare, ma non è bastato perché all’agenzia comunque non andava bene una persona con problemi di salute, ma che comunque riesce a svolgere la sia mansione. Cosa mi è rimasto? Io ho un marito e una bambina di due anni e non mi viene data la possibilità di lavorare, perché ho una 104. Non dimentico neanche il collocamento mirato, vengono proposti lavori pesantissimi e tra le righe mi dice: non c’è nulla per voi, trovati qualcosa da sola.

Barbara Mazza