L’omicidio di Elisa Bravi, via al processo

Il marito, Riccardo Pondi, era presente ed è rimasto in silenzio. Al vaglio la valutazione delle condizioni psichiche dell’imputato

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Era stato arrestato nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 2019 dai carabinieri poco dopo avere strozzato la moglie, la 31enne Elisa Bravi, nella camera da letto della loro villetta di Glorie di Bagnacavallo al culmine di una lite domestica. E da allora è rimasto sempre in carcere. Dopo un tentativo di chiedere il rito abbreviato, naufragato a causa della nuova legge che lo impedisce nei casi di potenziale condanna all’ergastolo, per il 40enne Riccardo Pondi, è partito ieri davanti alla corte d’assise di Ravenna il processo che lo vede imputato di omicidio volontario pluriaggravato (dalla relazione di coniugio, dalla coabitazione e dalla situazione temporale). La corte, presieduta dal giudice Cecilia Calandra (a latere la collega togata Antonella Guidomei) ha dato via libera alla costituzione di parte civile di tutti coloro che lo avevano chiesto. A partire dai genitori e da uno zio materno della vittima costituitisi in proprio e, nel caso del padre, quale tutore delle due figlie della coppia (sono rappresentati dagli avvocati Annalisa Porrari e Giuseppe Della Casa; la richiesta totale di risarcimenti ammonta a circa 4 milioni di euro). Ci sono quindi l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e il Comune di Bagnacavallo (tutelati dall’avvocato Manuela Liverani); l’associazione lughese ‘Demetra – donne in aiuto’ (Monica Miserocchi); ‘Udi- unione donne in Italia’ (Sonia Lama); e ‘Dalla parte dei minori’ (Maddalena Introna). L’imputato, difeso dagli avvocati Ermanno Cicognani e Francesco Manetti, era presente: è rimasto sempre in silenzio limitandosi a rispondere all’appello del presidente della corte. Era presente anche il pm Lucrezia Ciriello che ha coordinato le indagini. In apertura di dibattimento, la difesa ha dato il consenso per acquisire gli atti in ragione di quelle che "ha spiegato l’avvocato Cicognani – rappresentano due nostre esigenze: difendere il nostro assistito e valorizzare il rispetto sia della memoria della defunta che del dolore dei genitori anche a fronte della sensibilità dei minori". In seguito all’opposizione di una delle parti, la corte ha tuttavia deciso di proseguire almeno fino a esaurire i testi dell’accusa prima di affrontare uno dei temi che ruotano attorno a questa vicenda: un eventuale vaglio delle condizioni psichiche dell’imputato. Del resto già a suo tempo il gip Janos Barlotti, dopo avere convalidato l’arresto applicando la custodia cautelare in carcere, nella sua ordinanza aveva fanno accenno a tale ipotesi restituendo un quadro per il 40enne di “forte disagio” con “tratti deliranti”. Intanto in aula a prendere la parola sono stati il medico legale intervenuto nell’immediatezza dei fatti e i carabinieri che avevano verbalizzato l’arresto: sono stati mostrati i rilievi fotografici eseguiti sulla scena del crimine. Prossima udienza fissata a inizio marzo.

Andrea Colombari