Le difficoltà tra influenza e feste: "Le cronicità pesano sugli ospedali. Medicina di base da riorganizzare"

La Uil lancia l’allarme mentre il Pronto soccorso affronta l’emergenza degli anziani malati e con patologie "Bene l’arrivo dei Cau, ma ci vuole più coraggio: va riformata tutta l’assistenza territoriale" .

Le difficoltà tra influenza e feste: "Le cronicità pesano sugli ospedali. Medicina di base da riorganizzare"

Le difficoltà tra influenza e feste: "Le cronicità pesano sugli ospedali. Medicina di base da riorganizzare"

"Oltre ai Cau ci vuole più coraggio per riorganizzare la medicina territoriale e sostenere gli ospedali pubblici". È l’appello della Uil nel fotografare la situazione sanitaria di quest’ultimo periodo, col picco delle sindromi influenzali (covid compreso) che ha messo in difficoltà il sistema e che, secondo quanto scrive il sindacato, si è riversato soprattutto sul Pronto soccorso. E anche i Cau, i Centri di assistenza e urgenza che stanno aprendo gradualmente sul territorio con medici di base e della guardia medica per affrontare le situazioni più lievi, secondo la Uil non sono sufficienti. "Come ogni anno, durante le festività natalizie e per il concomitare del picco delle patologie influenzali, assistiamo a forti criticità della rete ospedaliera nella gestione dell’iperafflusso dei pazienti, soprattutto anziani fragili e con cronicità, ai Pronto soccorso e nei vari reparti degli ospedali – scrive la sigla sindacale –. Questa situazione, dovuta al picco delle patologie influenzali e ora anche covid, è sicuramente aggravata dalla coincidente lunga assenza dei medici di medicina generale per i tanti giorni di festa".

Per la Uil i Cau "possono determinare una migliore organizzazione del personale della guardia medica per la gestione della patologia urgente a bassa complessità, i cosiddetti codici bianchi e verdi, al fine di cercare di diminuire l’iperafflusso nei reparti di Pronto soccorso ospedalieri", ma "pur essendo ancora in una fase di transizione, i risultati iniziali non sembrano molto soddisfacenti e leggiamo tante lamentele dei cittadini e strumentalizzazioni di chi preferirebbe continuare a svolgere il proprio lavoro da libero professionista, esente da qualunque riorganizzazione, in un contesto di palese criticità che consiglierebbe prioritariamente la concentrazione di tutti i professionisti nei punti di erogazione diretta di prestazioni e visite; per questo non ci convincono posizioni tendenti alla difesa della guardia medica così come oggi è organizzata". Al contrario per la Uil "sicuramente i Cau a regime possono dare una risposta assistenziale alle patologie urgenti di bassa complessità", ma il problema è un altro.

"Ciò che paralizza e manda puntualmente in crisi i Pronto soccorso e gli ospedali rimane la gestione della cronicità, dei pazienti anziani e fragili, un tema che ancora una volta non viene affrontato – aggiunge la sigla sindacale –. È evidente che non possono essere prioritariamente i Cau né i Pronto soccorso a dare risposte a questi bisogni, ma deve essere la rete assistenziale territoriale (Cra, ospedali e case di comunità, lungodegenze) e soprattutto i medici di famiglia, dato che quando un cittadino non trova le giuste risposte in queste strutture ovviamente si riverserà nei Pronto soccorso e ora anche nei Cau, che sono nati e strutturati per una mission totalmente diversa".

La Uil sostiene quindi che vada riformata tutta "la rete territoriale e la gestione della cronicità e dei pazienti anziani e fragili, a partire da una migliore organizzazione dei medici di famiglia, come si sta cercando di fare con la guardia medica e con il superamento del regime di convenzione, prevedendo il passaggio alla dipendenza, anche con forme di associazione, come avviene per tutti gli altri professionisti sanitari del Sistema sanitario nazionale, cosa che va fatta a livello nazionale e per la quale ci auguriamo un impegno fattivo della Regione".