Le xilografie di Bendandi. Luci a Palazzo del Podestà

Sabato alle 16 s’inaugurerà l’esposizione dedicata al sismologo manfredo. In mostra, fino al 4 febbraio, ci saranno anche le opere di Roberto Gianinetti.

Le xilografie di Bendandi. Luci a Palazzo del Podestà

Le xilografie di Bendandi. Luci a Palazzo del Podestà

Si presenta come un viaggio nel Raffaele Bendandi più materico la mostra che s’inaugurerà sabato 20 gennaio alle 16 al Palazzo del Podestà di Faenza. Protagoniste le matrici xilografiche di Bendandi e le opere realizzate a partire da queste ultime, da quelle rigorosamente fedeli alle originali fino alle contaminazioni artistiche a firma di Roberto Gianinetti. Opere in cui è evidente l’afflato di Bendandi verso i mondi cui dedicò una vita di osservazioni: in loro Gianinetti ha intravisto "segni e tracce celesti, incisioni ruprestri, pittogrammi, geroglifici". Respinto dall’ambiente accademico nel corso della vita, col passare degli anni l’impegno e la fascinazione che avvolge la figura di Bendandi sono stati riconosciuti anche dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dal Cnr, che frequentemente prendono parte o organizzano eventi nelle sale della casa museo o in occasione di mostre. Prevedere i terremoti continua a essere impossibile – la scienza può ancora oggi solo limitarsi a definire le aree sismiche – ma la figura di Bendandi continua a suscitare curiosità. "Anche negli Stati Uniti sarà presto pubblicato un volume in cui è citato", spiega Paola Pescerelli Lagorio, direttrice della casa museo.

L’osservatorio casa museo Raffaele Bendandi, in via Manara – parte della rete delle Case e studi di persone illustri dell’Emilia Romagna – è del resto uno scrigno in cui sono conservati, oltre alle interessanti strumentazioni dell’epoca, anche i diari e la corrispondenza del sismologo, che nel corso della vita, per i suoi studi sui terremoti, arrivò a suscitare l’interesse addirittura del mondo della scienza giapponese, deciso a scoprire se il faentino avesse consigli preziosi per difendere il Paese del Sol Levante dalla minaccia costante che cova sotto l’arcipelago lungo la cintura del Pacifico. Il museo è regolarmente meta delle scolaresche della città, affascinate in particolare dai sotterranei a volta su cui è stato realizzato uno stellario – sotto il quale passeggiare come in un cielo notturno in cui riconoscere le varie costellazioni – o dall’osservatorio che sorgeva all’ultimo piano, in un’epoca in cui i palazzi della città erano ancora molto bassi e il buio antelucano talmente fitto da consentire a Bendandi di passare nottate intere al telescopio.

La mostra al Podestà rimarrà visitabile tutti i giorni fino al 4 febbraio: la domenica dalle 10 alle 13; dalle 17 alle 19 dal 24 al 26, oltre che il 31 gennaio e il 2 febbraio; gli altri giorni dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16 (il 23 e il 29 il Palazzo è chiuso al pubblico). Le opere di Gianinetti fanno parto di un libro d’artista selezionato per la Triennale del libro d’artista di Vilnius, oltre che per esposizioni a Lipsia, Amburgo, Venezia e nella città newyorchese di Fredonia.

Filippo Donati