L’esordio del nuovo centro. Cau, un centinaio di accessi

Il nuovo centro assistenza urgenza (CAU) inaugurato a Ravenna ha registrato un buon numero di pazienti nei primi due giorni di apertura. Si spera che questa soluzione possa alleviare l'afflusso al Pronto Soccorso, che da tempo è sovraccarico. Altri CAU sono previsti in provincia entro la fine dell'anno.

L’esordio del nuovo centro. Cau, un centinaio di accessi

L’esordio del nuovo centro. Cau, un centinaio di accessi

La prima accoglienza, a giudicare dai numeri comunicati dall’Ausl, è stata calorosa. Al nuovo Cau, il centro assistenza urgenza inaugurato lunedì al Cmp, ieri dall’apertura alle 8 del mattino fino alle 17.30 si sono recati in 54: un numero consistente di pazienti. In tutta la giornata di lunedì, dalle 8 alle 20, gli accessi sono stati 38. Si può presumere che nei primi due giorni quindi si sia raggiunto il centinaio di pazienti, segno che l’idea di un centro specializzato nella cura dei codici bianchi e verdi è stata accolta bene dalla popolazione ravennate, almeno nel suo esordio. Certo, è presto per cantare vittoria: servirà tempo per vedere se questa soluzione è effettivamente efficiente e se riuscirà a snellire le lunghe attese al Pronto soccorso, da tempo in difficoltà a causa della grossa mole di accessi e della mancanza di personale (che non si trova).

Il Cau inaugurato recentemente al Cmp, a pochi passi dall’ospedale e dal Pronto soccorso, è il secondo in provincia. Il primo è al San Giorgio di Cervia, dove è nato come sperimentazione a partire dal 2020 e a dicembre è stato ribattezzato ufficialmente come Cau. Altri quattro nasceranno in provincia, previsti entro la fine di quest’anno. A Lugo l’Ausl sta lavorando a una sede provvisoria, in attesa di quella definitiva che arriverà con la riqualificazione dell’ex acetificio (per il quale servirà tempo). A Faenza l’azienda sanitaria sta valutando più opzioni: tra le più papabili il centro Marconi, proposto dal sindaco. La situazione è più chiara (e probabilmente sarà anche più veloce) a Conselice e Castel Bolognese, dove diventeranno Cau le attuali Case della comunità.

Sara Servadei