Lido di Dante e la duna dissolta Conseguenza delle mareggiate

Il fenomeno è iniziato a fine anni ’90 ed è studiato a livello scientifico. Sotto questo tratto la piattaforma Angela Angelina estrae metano con concessione fino al 2027, che forse sarà prorogata.

Lido di Dante e la duna dissolta  Conseguenza delle mareggiate

Lido di Dante e la duna dissolta Conseguenza delle mareggiate

Oltre che Punta Marina e Lido Adriano, anche Lido di Dante è protetto da una ‘vasca’ con scogliere in parte soffolte e a spiaggia i risultati si vedono. Verso sud l’ultima protezione è la vecchia scogliera ortogonale cui si aggiunge una diga di pali di legno, costruita nel 2019 in quella parte di spiaggia verso Lido di Classe interdetta al passaggio e ora interamente ricoperta di legname e materiale alluvionale. Nei trecento metri di spiaggia riservata ai naturisti, la profondità dell’arenile è oggi, in fase di bassa marea, abbastanza confortante, sui 40 metri, ma il dato preoccupante è fornito dalla dissoluzione della retrostante duna, una dissoluzione, ad opera delle mareggiate invernali, cominciata a fine anni 90, un fenomeno studiato allora a livello scientifico e oggetto di pubblicazioni e che è causa indotta della riduzione della profondità della spiaggia. Peraltro questo è il tratto di costa sotto cui la piattaforma Angela Angelina estrae metano. La concessione scade nel 2027, qualche anno fa il Comune aveva chiesto a Eni di anticipare la chiusura del pozzo, ma l’aggressione russa all’Ucraina con i problemi di approvvigionamento internazionale di metano hanno interrotto il discorso e probabilmente farà slittare in avanti anche il termine di fine concessione. Proprio l’estrazione del gas è in relazione con l’accentuazione della subsidenza che nell’area di Lido di Dante fra il 2011 e il 2016 ha raggiunto i 17 millimetri annuali (complessivamente ben mezzo metro fra il 1984 e il 2016) contro i cinque millimetri massimo della subsidenza naturale.

c.r.