L’incubo di Coccolia L’allarme dei residenti per quegli alberi nel Ronco "Solo alcuni rami tagliati"

Da tempo gli abitanti della frazione denunciavano la pericolosità in caso di piene. Tra martedì e mercoledì l’acqua nelle case: "Siamo stati accerchiati su due lati". .

L’incubo di Coccolia  L’allarme dei residenti  per quegli alberi nel Ronco  "Solo alcuni rami tagliati"

L’incubo di Coccolia L’allarme dei residenti per quegli alberi nel Ronco "Solo alcuni rami tagliati"

di Carlo

Raggi

C’è un bosco immenso senza soluzione di continuità lungo la statale Ravegnana, da Forlì fin verso Madonna dell’Albero; è il bosco del fiume Ronco su cui, a vedere il tronco degli alberi più giovani, da almeno dieci anni nessuno è intervenuto. Ma gran parte degli alberi, di anni ne hanno anche venti e forse più. Preveggenti erano stati cittadini di Coccolia che nel settembre scorso, dopo le alluvioni nelle Marche, avevano lanciato l’allarme denunciando il rischio che quel bosco potesse diventare concausa di inondazione della frazione. La presenza indiscriminata di alberi lungo i fiumi, dovuta ai divieti imposti dalla legislazione di protezione ambientale, come ha ben spiegato l’ex responsabile del Demanio Risorse idriche e idrauliche per la Romagna, Claudio Miccoli, sul Carlino di qualche giorno fa, rallenta la velocità dell’acqua, determinandone l’innalzamento e quindi l’esondazione o la ‘rotta’, qualora la spinta insista su parti di argini eventualmente fragili. Proprio come è accaduto all’alba di mercoledì lungo la Ravegnana fra Durazzanino e Coccolia dove l’acqua ha sorpassato in più punti, e in altri ha travolto, il vecchio muro di mattoni, di neppure un metro d’altezza, ai margini della statale, eretto nel dopoguerra a protezione di chi circolava. Un muro mai rinforzato, forse mai controllato. A quell’allarme nessuno rispose.

"Vennero solo a sfrondare i rami in prossimità dell’incrocio con via Taverna e via Budria, perché avevamo evidenziato anche rischi per la sicurezza degli utenti della strada. Ma lo sa che invece fino a venti-trent’anni fa dalla chiesa si vedevano tutti i campi al di là del fiume!" mi dice Pier Luigi Ravaioli, che a Coccolia abita dall’altra parte del Ronco, all’altezza della vecchia stazione ferroviaria (invasa dall’acqua) della novecentesca tramvia Forlì-Ravenna, ed è stato uno dei pochi a salvarsi dall’inondazione. Ravaioli sta ripulendo la canonica dell’ottocentesca chiesa, consacrata alla Immacolata Concezione, assieme a diversi volontari. La chiesa si trova lungo la statale proprio davanti a uno dei punti di esondazione. "L’acqua ha raggiunto ovunque i 6070 centimetri, mentre vede qui sul muro della chiesa, questa è la targa che segna l’altezza di una precedente alluvione quasi un secolo fa. Un metro e ottanta". Era il 1927. "Qui a Coccolia siamo stati accerchiati su due lati. Dapprima, al martedì sera, è esondato il canale che prende acqua dal Ronco vicino a Durazzanino e che passa dietro a Coccolia e l’acqua ha raggiunto le case dal retro, poi nella notte sul mercoledì, verso le 5 ha esondato e rotto l’argine sinistro il Ronco, così siamo stati allagati anche dalla parte anteriore". A Borgo Sisa, nel vicino Forlivese, il fiume è esondato dall’argine destro e ha invaso l’abitato. Sul sagrato sono al sole suppellettili e oggetti sacri: "Sabato sono arrivati da San Pietro in Vincoli trenta volontari, giovani e anche genitori, in due giorni hanno ripulito il fango, adesso stiamo finendo il lavoro".

Lungo la statale ci sono ammassi di sacchi, suppellettili, elettrodomestici resi inservibili; il fango domina ovunque, i volontari lavorano senza soste. Non c’è abitazione, non c’è attività lungo la strada che non sia stata disastrata. Cesare Boattini con il fratello Giovanni gestisce la ultrasecolare farmacia di Coccolia, vera e propria istituzione ormai. Fervono i lavori per poter riaprire al più presto. "Vogliamo ringraziare tutti i volontari, ragazzi d’oro, commoventi. Grazie a loro abbiamo già riattivato un minimo il servizio. Ma anche quando la statale era ancora piena di fango, abbiamo consegnato medicinali urgenti. In queste emergenze una farmacia non può chiudere".

Cesare Boattini abita sopra alla farmacia: "Qui sono arrivati 7080 centimetri di acqua, fino a notte abbiamo cercato di mettere in salvo più medicinali possibili. Quando c’è stata l’evacuazione, io e mia moglie ci siamo rifiutati di andarcene. Noi abitiamo al primo piano, più di tanto l’acqua non poteva salire".

La farmacia è una delle poche attività di servizio in funzione a Coccolia. La signora Milena è la titolare del bar e tabacchi ‘Coco’. "Il locale è ripulito grazie ai volontari, che sono stati strabilianti non solo per il lavoro, ma anche per l’appoggio morale che ci hanno dato. Ora devono essere riattivati i macchinari. Speriamo di riuscirci entro breve". Accanto al bar gran lavoro anche nella pizzeria da asporto. Le Poste invece restano chiuse, il forno era già chiuso da tempo. Dice Boattini: "Mezzo secolo fa qui c’erano due macellerie, due barbieri, il benzinaio, i carabinieri. Non c’è più nulla, da qualche anno anche la banca ha chiuso. All’epoca chi abitava qui lavorava nei campi e poi al molino e all’officina dei rimorchi De Angelis. Da tempo la campagna ha cambiato volto, così Coccolia si è piano piano spopolata, restano il molino Spadoni che oggi è un’industria, anche loro purtroppo sono andati sott’acqua… Poi De Angelis e poco altro. Ora questa batosta, ma noi stringiamo i denti… Ah, a proposito, chiediamo solo che Coccolia venga cablata per la connessione internet. Da sempre possiamo operare solo via ponte radio".